I deputati Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela puntano il dito contro le responsabilità politiche della Regione nella gestione della società per si occupa del servizio idrico
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«Vogliono salvare Sorical con i soldi dei calabresi, darle la gestione del servizio idrico e trasferire alle dipendenze della Regione unità di personale reclutate senza concorso pubblico. Questo è inammissibile».
I deputati M5s Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela, rispettivamente componenti delle commissioni Ambiente e Agricoltura, intervengono sulla imminente trasformazione della società che gestisce il sistema idrico in Calabria, che a marzo dovrebbe diventare totalmente pubblica, con la fuoriuscita dell’unico socio privato di minoranza.
«Gli ultimi segnali lanciati dal dirigente regionale Domenico Pallaria - sottolineano i parlamentari - indicano che si vuole trasformare Sorical in società interna della Regione Calabria. Finora diversi sindaci dei Comuni dell’Autorità idrica calabrese hanno mostrato costante debolezza a riguardo, sperando in aiuti del governatore Mario Oliverio, magari per un’aiuola pubblica o per sopportare gli oneri sui rifiuti. Avevamo avvertito i calabresi della volontà politica, di Oliverio, di istituzionalizzare per sempre, a spese dei contribuenti, l’attuale gestore del servizio idrico, Sorical, insieme alla Regione responsabile d’aver applicato a lungo tariffe illegittime e fatturato ai Comuni circa 150milioni oltre quanto consentito dalle norme. Sul punto sta indagando Arera, a seguito di nostra espressa richiesta».
Secondo i cinquestelle, l’aspetto più grave «è che, noto lo scandalo delle tariffe gonfiate, si vorrebbe perfino premiare il “carrozzone” Sorical per anni di gestione fallimentare, caratterizzati da assunzioni discutibili e incarichi prezzolati ad “azionisti” del sistema di potere».
«Adesso il socio privato Veolia – continuano - è dato in uscita dopo aver lucrato senza, a quanto pare, aver investito la sua parte, di quasi 100 milioni di euro. A ciò si aggiungano i 200 milioni e passa della garanzia fideiussoria per l’affidamento a Sorical degli acquedotti regionali, soldi di cui da più versanti si lamenta la scomparsa. Se non bastasse, secondo i dati del 2015 le reti idriche calabresi avrebbero perso tra il 65% e il 41% d’acqua, la situazione odierna non appare diversa e il commissario liquidatore di Sorical ha riferito del rischio default e del bisogno, ancora, di 1,5miliardi di euro».
Da questa premessa il giudizio di inammissibilità su quanto prospettato dai vertici della società mista, controllata dalla Regione.
«Ciò che si apprestano a fare – dicono Parentela e d’Ippolito -, fa a pugni con la nostra proposta di legge sull’acqua pubblica, prossima all’approvazione, il disegno politico di Oliverio, dei suoi accoliti e di personaggi trasversali che hanno beneficiato dell’andazzo di Sorical. Con la nostra proposta, che prevede investimenti per oltre 2miliardi di euro, anche per la ristrutturazione delle reti idriche, cambierà tutto sull’acqua, finalmente riconosciuta come bene pubblico a gestione partecipata dalle comunità, come diritto insopprimibile e non più fonte di lucro privato. Il Ministero dell'Ambiente vigilerà sul rispetto della disciplina vigente in materia di tutela delle risorse idriche e Arera avrà le funzioni di regolazione e controllo dei servizi idrici già assegnate».