«Nell'autunno del 2013 riuscimmo a cacciare il senatore Antonio Caridi dalla commissione parlamentare Antimafia. Oggi ne è stato richiesto l'arresto, nell'ambito di un'importante inchiesta su 'ndrangheta e altri poteri a Reggio Calabria».

 

Lo ricorda la deputata M5s Dalila Nesci, che aggiunge: «Alla Camera mettemmo in evidenza circostanze che rendevano del tutto inopportuna la presenza del politico in quella commissione bicamerale. Come al solito, partiti e apparati di potere tacquero. Noi 5 stelle fummo i soli ad alzare la voce, nello specifico ponendo la questione morale».

 

«In seguito – rammenta la parlamentare – il senatore Caridi ‎si proclamò esterrefatto, sostenendo che si trattava di un attacco privo di fondamento e annunciando possibili azioni legali contro di noi, perché a suo giudizio con tanta superficialità e ingiustificato livore politico tentammo di infangarne il buon nome e l'onorabilità». «Allora è bene – conclude Nesci – ribadire che il Movimento 5 stelle interviene sempre prima, a partire dai propri eletti, sulla base del principio che prevenire è meglio che curare. La storia ci ha dato ragione, nel caso di specie. Adesso il Senato dovrà dimostrare coscienza politica e consentire che l'attuale vicenda del senatore Caridi sia definita dalla giustizia penale».