«Appena sono entrata nella Commissione parlamentare antimafia mi sono posta il problema della procedura sugli scioglimenti dei Comuni che e' collegato al Tuel (testo unico enti locali, ndr). Volevo capire come avvenisse. La prima questione da chiarire e' che lo scioglimento di un Comune per mafia non e' un atto penale, ma amministrativo. Viene sciolto alla luce di atti amministrativi scorretti. Tant'e' che quando si fa ricorso a questo atto ci si rivolge al Tar. Ci sono stati alcuni casi di ricorsi al Tar andati a buon fine, penso a quello di Amantea (CS), sul quale il ministero dell'Interno ha dovuto pagare non pochi soldi per questo episodio. Per cui fare il collegamento: comune sciolto per mafia e quindi tutti gli amministratori sono mafiosi, tutti i cittadini sono mafiosi, non va bene». Cosi' all'agenzia “Dire” la parlamentare calabrese, Enza Bruno Bossio (Pd) componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando la notizia dello scioglimento per mafia di cinque Comuni calabresi: Lamezia (CZ), Cassano allo Ionio (CS), Marina di Gioiosa Jonica (RC), Isola Capo Rizzuto (KR) e Petrona' (CZ).

 

 «Ci sono degli atti amministrativi - ha aggiunto Bruno Bossio - che, prima la Commissione d'accesso, il Comitato per la sicurezza, il prefetto e poi il ministro decidono di portare a compimento per questa decisione. In questo senso mi e' sembrata un po' irrituale la dichiarazione della presidente della Commissione antimafia Bindi perche' la documentazione sulla proposta di scioglimento non puó arrivare in Commissione, prima che il Consiglio dei ministri prenda la decisione sullo scioglimento. E quindi nessuno di noi ha la possibilita' di accedere a nessun documento ufficiale».

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«Ora dobbiamo capire bene e leggere le carte, cosa che faro' per ciascun Comune interessato. L'unica cosa che voglio dire con certezza - ha concluso Enza Bruno Bossio - ancor prima di aver letto le carte, poiche' conosco Papasso personalmente, che il sindaco di Cassano allo Ionio e' una persona perbene».