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Un impegno comune delle Assemblee regionali contro la ‘ndrangheta, la cui presenza è ormai radicata nelle realtà più sviluppate e opulente del Paese, e un forte richiamo alla necessità di riformare il regionalismo, salvaguardando l’architettura istituzionale dello Stato ma correggendone i limiti. Attorno a questi punti si è sviluppato l’intervento del presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo, che per la prima volta ha partecipato alla Conferenza dei vertici delle assise regionali, riunitasi a Roma.
“Auspico una piattaforma di impegno comune sul fronte della lotta alla criminalità organizzata – ha affermato Scalzo – . Numerose indagini giudiziarie hanno dimostrato che fenomeni criminali come la ‘ndrangheta sono presenti in maniera pervasiva tanto nelle regioni sviluppate del Centro-Nord quanto in Calabria. Il motivo è naturalmente legato agli interessi economici che i clan perseguono prevalentemente attraverso i tentativi di accaparramento di appalti, il riciclaggio, le grandi opere. Per questo – ha aggiunto Scalzo – la battaglia contro le mafie deve essere una battaglia di tutti noi e non solo delle Regioni del Mezzogiorno”.
Ad avviso del presidente del Consiglio calabrese, “stiamo attraversando un momento molto complesso che mette in discussione, sotto alcuni profili, le prospettive future del regionalismo. In questo senso, nel mentre auspichiamo una sempre più attenta e incisiva azione di magistratura e mass media sul fronte della lotta alle malversazioni e alla corruzione, riteniamo indispensabile allontanare i rischi di uno sfaldamento del sistema istituzionale. Un fenomeno che che sta portando verso un pericoloso neocentralismo, manifestatosi innanzitutto con la riduzione delle risorse indispensabili per garantire servizi essenziali come la sanità e il welfare”. Scalzo ha ricordato come la decima legislatura sia iniziata con l’obiettivo “condiviso dal governatore Oliverio di restituire centralità all’aula del Consiglio regionale”, nonché con l’impegno a “utilizzare in maniera efficiente le risorse pubbliche” ed elevare “la qualità della produzione normativa: vogliamo leggi chiare, efficaci, comprensibili e coerenti con il dettato costituzionale”.
Il massimo rappresentante dell’Assemblea calabrese ha ricordato il varo della riforma, in prima lettura, dello Statuto “per modificare fin dall’inizio quei profili che avrebbero reso difficile la vera e propria agibilità democratica dell’Ente”. Infine, da parte di Antonio Scalzo, un riferimento al Mediterraneo e alla posizione baricentrica della Calabria: “In questo momento l’Italia è la frontiera dell’Europa. Sarebbe utile, in chiave di confronto con la Calre a Bruxelles, promuovere un ragionamento con i parlamenti regionali del bacino del ‘Mare nostrum’ su alcuni temi essenziali: lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, controllo delle frontiere, iniziative umanitarie, interscambi economici, commerciali, energetici ma anche culturali”.