Un doppio colpo che ha sorpreso, spiazzato, fatto discutere, ma anche messo la Calabria al centro dell'attenzione nazionale. Con le nomine del capitano Ultimo e della scienziata Sandra Savaglio nella nuova giunta regionale, la governatrice Jole Santelli ha mostrato una lungimiranza e una capacità di intercettare le aspettative dei calabresi che in pochi sarebbero stati disposti a riconoscerle.

Ultimo e Savaglio sono due personalità note in tutto il mondo, stimati per quello che, nei rispettivi campi, sono riusciti a fare.

L'uomo che terrorizzò il capo dei capi

Il colonnello Sergio De Caprio ha conquistato nella trincea siciliana i galloni di “eroe”: è stato l'uomo che ha catturato il boss dei boss, Totò Riina. Lo stesso Ultimo ha più volte raccontato di aver visto il terrore negli occhi del “boia”, in quel momento fatidico in cui gli ha stretto le manette ai polsi.

Non è ancora chiaro se De Caprio manterrà il suo volto coperto anche nelle vesti di assessore regionale. Importa poco, in fondo. Santelli lo ha scelto perché è un simbolo di legalità, un bastione contro la corruzione, un martello implacabile scagliato contro il malaffare. E poi, soprattutto, è un ufficiale dell'Arma che conosce bene la materia ambientale e saprà dare il suo contributo per rilanciare l'intero settore, valorizzare i tre parchi nazionali, avviare o completare le bonifiche, mettere a regime un sistema di raccolta rifiuti finalmente efficiente.

Savaglio, il cervello in fuga torna a casa

Savaglio è, invece, un ex “cervello” in fuga. Nel 2004 finì sulla copertina di Time come simbolo di un'Europa sprecona che lascia fuggire in America i suoi scienziati migliori. Santelli non solo ne ha riconosciuto i meriti scientifici e accademici, ma con la sua scelta permetterà alla studiosa cosentina di trasferire e introdurre nel sistema universitario calabrese – da sempre incapace di sviluppare al meglio le sue potenzialità – tutte quelle inestimabili esperienze/conoscenze fatte nel corso di una vita professionale spesa prevalentemente all'estero.

Il valore delle nomine di Santelli

Santelli, insomma, ha iniziato come meglio non poteva, affidando due settori strategici a figure di assoluto valore, conosciute per i loro meriti professionali in Italia e all'estero, ma, anche, del tutto estranee al sistema e alle dinamiche della politica e dei politicanti calabresi.

Il riscatto della regione e la sua definitiva modernizzazione passa anche dal coraggio delle scelte. Santelli, per certi versi, è stata addirittura impavida. Pochi avrebbero avuto l'ardire di sottrarre due postazioni di peso ai partiti per affidarle a un integerrimo ufficiale dell'Arma e a una studiosa che indaga l'origine dell'universo.

La governatrice l'ha fatto. E chissà che non stupisca ancora.