Su una cosa sono tutti d’accordo: dopo la morte della governatrice Jole Santelli, la Calabria dovrà tornare alle urne. Il grande rebus è sul quando. Statuto regionale, Costituzione, leggi ordinarie e regionali sulla convocazione dei comizi bisticciano e il quadro, alla fine, risulta tutto meno che chiaro. Del resto, la situazione è inedita. Con in più la pandemia a complicare tutto.

Il dettato costituzionale e il groviglio legislativo

Un faro c’è ed è l’articolo 126 della Costituzione. Dice chiaramente che la morte del presidente della Regione comporta «le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio».

Entro dieci giorni il consiglio dovrà essere convocato per prendere atto della morte della presidente e perché la maggioranza dei consiglieri presenti le proprie dimissioni. Ma se questo è pacifico più complesso è capire come procedere dopo, perché leggi di vario rango indicano cose diverse. Secondo alcuni entro 60 giorni, secondo altri entro 90 dovranno essere indetti i comizi elettorali.

Diatriba sui tempi

E qui c’è l’ulteriore diatriba: devono essere celebrati o deve essere solo indetta la data delle elezioni? Le interpretazioni al riguardo sono diverse e a complicare tutto ci sono anche le leggi regionali e ordinarie che dettano una serie di tempi tecnici per gli adempimenti necessari, dalla convocazione dei presidenti di seggio alla presentazione delle liste 45 giorni prima delle votazioni.

L’incognita pandemia

E in più c’è la pandemia. L’Italia è fresca di nuovo dpcm, che a causa del vertiginoso aumento dei contagi ha imposto nuove e importanti restrizioni. Forse neanche definitive, se è vero che da tempo ormai si parla di possibili lockdown parziali. In queste condizioni, come e in che forma si potrebbe fare campagna elettorale? Ci sarebbero le condizioni di sicurezza necessarie per far andare gli elettori ai seggi? Al momento non è possibile dare una risposta certa, tutto dipenderà anche da come si svilupperà la seconda ondata dell’epidemia di Covid19. Tuttavia, guardando la curva dei contagi, appare difficile immaginare una nuova tornata elettorale a stretto giro.

La riunione d’emergenza con il ministro Boccia

Lumi forse arriveranno dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, che alle 16.30 incontrerà il vicepresidente della Regione Nino Spirlì, che nei prossimi mesi avrà in mano le redini della Calabria. E anche qui, non solo la pandemia, ma anche il prolungamento dello stato d’emergenza fino al prossimo 31 gennaio rischiano di complicare di parecchio una situazione.

Quali poteri sono ordinari in situazione straordinaria?

Di base, in questa situazione il presidente facente funzioni ha poteri di semplice gestione dell’ordinaria amministrazione. Ma in piena pandemia, i governatori di tutte le regioni sono chiamati ad agire in fretta con proprie ordinanze per gestire il contagio sul territorio, a partire dalla dichiarazione delle zone rosse. Spinosa poi rischia di essere la gestione della sanità.

Da tempo ormai la gestione è affidata ad un commissario individuato dal governo, tuttavia la Regione mantiene voce in capitolo sulla gestione dei grandi ospedali metropolitani, come su generali politiche di indirizzo. Per altro, l’attuale commissario, il generale Cotticelli, da giorni viene dato per dimissionario o comunque in bilico, dopo uno scontro con il ministero della Salute sui ritardi nell’adeguamento dello scheletro sanitario della Calabria alle esigenze dettate dalla pandemia in corso, come sui disastrati conti delle Asp. Un rebus che toccherà al governo provare a sciogliere.

Il team della Lega a supporto di Spirlì

«Noi, per quanto nelle nostre possibilità, lavoreremo senza sosta per portare a termine il progetto politico di Jole. Non sarà facile, senza di lei. Non saranno giorni semplici quelli che ci vengono incontro, ma faremo di tutto per non disperdere il suo patrimonio umano, politico e amministrativo» ha detto affranto il vicepresidente e assessore alla Cultura, Spirlì. Ma la Lega intanto fa sapere che a breve arriverà un team di supporto.

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