«Sulla sanità, una volta dato il tempo al commissario di effettuare la necessaria ricognizione, è urgente che intervenga la III commissione del consiglio regionale. Invitando sia il commissario ad acta a misurarsi con le forze politiche di maggioranza e di opposizione che tutti i commissari delle aziende a relazionare sulle realtà che sono stati chiamate a presidiare. Il percorso appare abbastanza definito per concludersi quindi con un dibattito a più voci in consiglio regionale». Lo ha dichiarato il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (Cdl).


«Per quanto riguarda l'azione della giunta regionale - prosegue - spiace riscontrare che la proposta di legge sull'istituzione di un'unica azienda sanitaria ed ospedaliera, appaia come l'ennesimo bluff. Spiace che tuttora la giunta regionale, nonostante la disponibilità dell'opposizione di partecipare, per la propria parte e nella distinzione dei ruoli, alle scelte fondamentali per ridare speranza alla Calabria, continui nell'abitudine d'introdurre nel dibattito diversivi d'ogni tipo. Al contrario, specie dinanzi alla condizione grave in cui versano settori come la sanità, occorrerebbe il massimo di responsabilità e di idee condivise che, alla base, abbiano puntuali relazioni finanziarie. In questo settore la Calabria non ha certo bisogno di salti nel buio, ma di comprendere dove si annidano le inefficienze e di rimuoverle. Quando si riscontrano, anche in questa proposta di legge, soltanto parole d'ordine, tipo "porre rimedio alla eccessiva burocratizzazione del sistema ed alla frammentazione organizzativa", senza che si spieghi come, dove e con quali modalità procedere, si capisce che la giunta regionale va avanti a tentoni. Anche a volersi sforzare di comprendere quale sia l'obiettivo dei tre articoli che compongono la proposta di legge non si riesce ad individuare l'ammontare del risparmio finanziario né l'efficienza che ne dovrebbero derivare, posto che dagli accorpamenti precedenti ancora non se n'è venuto a capo. Il punto forte della proposta appare essere il risparmio di risorse destinate "alle strutture tecnico-amministrative e agli uffici di staff dei 9 direttori generali attualmente in carica nelle aziende". Ma anche questa finalità non resiste un solo istante all'osservazione secondo cui gli staff possono essere razionalizzati ed i direttori debbono corrispondere a criteri di efficacia ed efficienza nella gestione amministrativa, altrimenti si rimuovono».


«Come si evince dai comportamenti sulla fondazione Campanella - conclude Mangialavori - l'impressione, in sostanza, è che la giunta regionale, non avendo alcuna progettualità generale, per rimettere in sesto la sanità, (le cui competenze, occorre non dimenticarlo, spettano al commissario nominato dal governo), voglia cavarsela ipotizzando provvedimenti calati dall'alto, in parte impossibili da realizzare e in parte diretti a creare – conclude – ulteriore confusione».