Era stato proprio il governatore, appena una settimana fa, ad incontrare a Roma il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, donna forte del Nuovo centrodestra. E le aveva esposto tutte le “nefandezze” che il commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario Massimo Scura avrebbe posto in essere in Calabria. Un modo per chiedere interventi decisi da parte del governo e tirare in ballo il partito di Alfano nella difficile trattativa in corso sul futuro della sanità calabrese.


Il ministro, però, per vederci chiaro sulla vicenda, ieri ha convocato nella capitale sia il commissario Scura, che il suo vice Andrea Urbani che proprio dal suo partito è stato voluto nella struttura commissariale che regge attualmente il comparto. Ed, ovviamente, sul tavolo del ministero è arrivata l’altra e opposta versione dei fatti. I commissari hanno indicato i risultati fin qui ottenuti e soprattutto chiesto interventi per rimuovere le difficoltà operative fin qui incontrate. La mancanza di collaborazione da parte della giunta Oliverio comincia a diventare particolarmente “fastidiosa” per l’ingegnere che il governo Renzi ha inviato in Calabria per il peggiore degli affronti che il presidente della giunta ha dovuto subire nel corso di questa tormentata legislatura. Ultimo esempio tirato in ballo da Scura, e confermato da Urbani, sarebbe quello relativo agli uffici della struttura commissariale. Già al momento del suo arrivo Scura ebbe più di qualche difficoltà per trovare il suo spazio nella vecchia sede della giunta. La questione, adesso, si sarebbe riproposta in occasione del trasferimento degli uffici regionale nella nuova cittadella di Germaneto. Ancora adesso Scura e Urbani non avrebbero un ufficio proprio in cui esercitare al meglio le proprie funzioni. Il commissario avrebbe poi fatto trapelare il timore che in Calabria la corrente di partito a lui avversa starebbe organizzando e fomentando le sacche di scontenti sul territorio. La recente contestazione avvenuta a Trebisacce, ad esempio, potrebbe essere stata sobillata, o quantomeno amplificata, da non meglio identificati agitatori politici.


Lo scontro, insomma, è arrivato all’arma bianca e rischia di spaccare il Pd. Anche durante l’ultima riunione di Lamezia, convocata da Magorno, per dare nuovo sostegno all’azione di Mario Oliverio dopo il provvedimento di inibizione comminatogli dall’Autorità nazionale anticorruzione (sempre per le nomine nella sanità), il dibattito su Scura è stato parecchio contraddittorio. I renziani non hanno fatto mistero della loro posizione: Oliverio deve avere pazienza e rinunciare allo scontro frontale con Roma. Scura gode della piena fiducia del premier, il ragionamento esplicitato dal deputato Ferdinando Aiello, e in Calabria si farebbe bene ad accettare la convivenza. La minoranza bersaniana e gli uomini più vicini al governatore, invece, vorrebbero un immediato avvicendamento del commissario o, quantomeno, rassicurazioni in ordine ad una fine anticipata del commissariamento.


Il ministro Lorenzin è finito nel mezzo della disputa proprio mentre il Parlamento si sta pronunciando sull’autorizzazione all’arresto di Giovanni Bilardi (senatore calabrese di Ncd) e si avvicinano i giorni caldi della riforma del Senato. Pericolosissime forche caudine che metteranno a dura prova i rapporti interni al Pd nazionale e la tenuta delle alleanze, compresa quella con il partito di Angelino Alfano. Ncd, dunque, anche in questo situazione è riuscito a ricavarsi un ruolo prezioso di equilibrio che i maggiorenti del partito cercheranno di sfruttare al massimo per alzare il proprio peso contrattuale. In Calabria sono assai significative le recenti uscite pubbliche del coordinatore regionale del partito Gentile che ha duramente bacchettato Oliverio sulla vicenda della nomina di Gioffrè. Un modo per smarcarsi e rilanciare. Percorso che potrebbe essere seguito anche dalla Lorenzin nel corso di un’attività di mediazione che si presenta assai complicata.


Riccardo Tripepi