VIDEO | Candidato per Bruxelles nella circoscrizione Sud, è in tour elettorale in Calabria e domani parlerà alla manifestazione di Villa San Giovanni. Sull’Europa: «Siamo una grande potenza economica ma nani politicamente. Dobbiamo fermare la guerra in Ucraina e a Gaza sostituendo le armi con le parole»
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Cinquant’anni di giornalismo hanno avuto quasi una naturale prosecuzione dello stesso impegno civile nell'attività politica. Oggi Sandro Ruotolo si candida per Bruxelles, nella circoscrizione Sud, e sotto le insegne del Pd.
In questi giorni è in tour elettorale in Calabria e domani parlerà alla manifestazione No Ponte in rappresentanza del Pd. «Il Ponte è un’opera vecchia - dice - che senza spostare nemmeno una pietra ci è già costata tre miliardi e mezzo. Era fra le grandi opere di Berlusconi, ministro Lunardi, quello che diceva che bisogna convivere con la mafia e che oggi è sempre consulente sul Ponte. Io penso che siano altre le priorità per il Sud. A me fa rabbrividire il dato che circa il 14% dei calabresi rinuncia alle cure per problemi economici. Allora questi soldi investiamo nella sanità pubblica, nelle infrastrutture di base che mancano, nel fatto che nel 2024 in alcuni comuni calabresi l’acqua viene razionata».
Per Ruotolo insomma il Ponte è solo una trovata elettorale, che il ministro Salvini voleva chiudere in fretta, ma che ora sta scontando inevitabili ritardi. «La politica dovrebbe affrontare altre questioni - continua Ruotolo - a partire dal dato secondo cui negli ultimi 20 anni il Meridione ha perso 450mila persone emigrate altrove, spesso si tratta della nostra meglio gioventù, su cui le famiglie e lo Stato hanno investito. Perché un ragazzo che resta a Catanzaro o a Cosenza ha il 20% di possibilità in meno di trovare lavoro rispetto ad uno che vive al Nord? In questo vedo una stortura l’autonomia differenziata. Se l’Italia vuole uscire dalla crisi deve ridurre il gap fra Nord e Sud».
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In questo l’Europa secondo Ruotolo giocherà un ruolo importante visto che, per prima, ha capito che per uscire dalla crisi, l’Italia deve assolutamente far ripartire il Sud. Per questo ha finanziato il Pnrr, ma non solo, ha deciso che il 40% delle risorse dovesse andare al Sud.
«Noi dobbiamo combattere - dice Ruotolo - questa idea della destra delle democrazie illiberali, il modello Orban. Per questo è importante dare sostegno al Pd perché noi vogliamo recuperare il manifesto di Ventotene, l’Europa solidale come quella della pandemia, non un’Europa debole politicamente e interessata solo alla grande finanza».
Ovviamente l’invito è quello di andare a votare perché diverse scelte che si prendono a Bruxelles hanno poi effetti sulla vita di tutti i giorni. «In 22 Stati dell’Unione su 27 c’è il salario minimo. Dobbiamo approvarlo lì per estenderlo a tutti i Paesi europei, compresa l’Italia. Se un operaio costa cento euro al giorno qui e dieci in Romania è chiaro che le grandi aziende vanno dove gli conviene. Serve allora un fisco europeo, è inconcepibile che nel 2024 esistano paradisi fiscali in Europa. Su queste cose dobbiamo intervenire».
L’altro aspetto delicato è quello geopolitico con una guerra alle porte del Continente e un’altra che divampa in Medio Oriente. Su questa Ruotolo ha le idee chiarissime e dice che per prima cosa Bruxelles deve riconoscere lo Stato della Palestina. «Il cessate il fuoco non basta - dice il giornalista - Sono stato inviato di guerra in Serbia, in Afghanistan, in Libia. So perfettamente che nelle guerre non ci sono né vincitori né vinti. C’è invece un solo sconfitto: la popolazione civile. A Gaza abbiamo perso il conto dei morti. L’Europa deve fermare queste guerre. Il problema è che siamo una grande potenza economica, ma siamo nani politicamente. Dobbiamo sostituire le armi con la parola, cercare una mediazione a tutti i costi. La mia generazione 50 anni fa festeggiava gli accordi di Parigi sulla fine della guerra in Vietnam. Vorrei vedere i ragazzi di oggi scendere in strada per festeggiare la fine dei conflitti a Kiev come a Gaza».
Per queste ragioni Sandro Ruotolo chiede il voto per sé e per il Pd. Per avere un’Europa che riesca finalmente ad assumere un ruolo geopolitico senza dimenticare le grandi questioni interne.