Gli ospiti di Antonella Grippo quasi tutti concordi nel considerare il procedimento nel quale è imputato l'ex presidente del Consiglio una sorta accanimento. Storace parla di «enorme ipocrisia», mentre Abate di «13 anni di accuse gravissime e toni sgradevoli»
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È un omaggio a Maurizio Costanzo, sulle note de “i migliori anni della nostra vita” di Renato Zero, ad aprire la puntata numero 26 di questa stagione di Perfidia. Antonella Grippo lo chiama «il più grande». Lei che è regina dei talk televisivi non può prescindere da un riferimento quale è stato l’uomo del salotto televisivo più frequentato di tutti i tempi. «Ciao Maurizio».
Subito dopo la giornalista di Sapri riconduce ospiti e telespettatori al tema della puntata – “Ego te absolvo” il titolo scelto – per analizzare la sentenza di assoluzione di primo grado di Silvio Berlusconi nel Ruby ter che tante polemiche ha suscitato.
Grippo ne ha discusso con la giornalista in forza a Porta a Porta, Vittoriana Abate, il già presidente del Comitato Centrale della Fiom e portavoce nazionale di Potere al Popolo, Giorgio Cremaschi, ma anche Francesco Storace nelle vesti di analista politico, l’ex deputato Francesco Sapia di Popolari in rete e l’osservatore politico Vincenzo Speziali.
Storace: «Enorme ipocrisia sul caso Berlusconi»
«C’è una ipocrisia enorme. Il problema vero è che qualcuno dovrebbe chiedersi: se un magistrato interroga un imputato senza avvocato dicendo che è testimone, può continuare a fare il suo mestiere?». Questo è il famoso cavillo che hanno contestato i detrattori per Francesco Storace che si dice ammaliato dalla spiegazione tecnica - «una poesia» la definisce - offerta ai telespettatori di Perfidia dall’avvocato Staiano nella scorsa puntata.
Rispetto al botta e risposta tra il Cavaliere e Zelensky, per Storace avrebbero fatto meglio entrambi ad essere più prudenti. Grippo prova a sparigliare chiedendo un’opinione sul peso politico di quelle dichiarazioni, e se Vittoriana Abate parla di frasi dette a titolo personale che non avranno ripercussioni sul governo, Storace si dice convinto a metà.
Lo scontro Speziali-Sapia
C’è un aspetto «più inquietante» per Vincenzo Speziali: «Noi ci siamo trovati dei magistrati esperti della guerriglia urbana, perché obiettivamente impiantare delle accuse di questa portata nei confronti di ex presidenti del Consiglio – penso a Berlusconi ma anche a Craxi - che hanno segnato la storia, ma soprattutto che stavano da una precisa parte politica piuttosto che un’altra, è la schizoide forma di qualunque tipo di magistrato militante che non si vergogna neanche di dire di pensarla politicamente da un’altra parte».
«Tanto rumore per nulla» sostiene invece Francesco Sapia alludendo all’assoluzione, ma sottolineando che la questione morale non va mai dimenticata: «Al momento non decide più il cittadino quale politico eleggere democraticamente, basta guardare quanta gente rinuncia a votare». Ma proprio sulla questione morale, diversa dal moralismo per Speziali, si accende lo scontro tra i due con accuse di inesperienza politica e di fanatismo.
«La moralità di un cinquestelle è propaganda spiccia e demagogica» da parte di Speziali, a cui Sapia risponde lapidariamente: «Parli parli, ma non dici niente». Il battibecco va avanti, incurante dei richiami della conduttrice, ormai lì per lì per perdere la pazienza. «Qui è in corso una guerriglia» esclama Grippo. Ma i due protagonisti vanno avanti in un vortice di accuse che neanche la satira di Enzo Filia riesce a fermare.
Abate: «Mosse accuse gravissime con toni sgradevoli»
La questione morale deve rimanere fuori dalle aule di tribunali, per Vittoriana Abate. «Stiamo parlando di 13 anni di processi e in questo caso è davvero emblematico quello che è accaduto a Berlusconi. Vorrei ricordare le parole sgradevoli usate dall’ultimo pm donna del Ruby ter quando ha parlato di Berlusconi come un uomo anziano, malato, e di quelle ragazze di ormai passata bellezza». Per lei anche i toni usati nel procedimento danno la misura dell’accanimento politico nei confronti del Cavaliere. «Le accuse che gli sono state mosse sono gravissime».
Cremaschi: «Voglio la pace subito, non la pace eterna»
Lo scambio di “battute” tra il Cavaliere e Zelensky, per Giorgio Cremaschi cede a un «delirio folle che ci porta alla guerra e Zelensky fa parte di questo delirio». Per il già portavoce di Potere al popolo, di più, e al di là del giudizio personale su Berlusconi, le parole del presidente Ucraino suonano come una cosa umiliante per il nostro paese. «Il capo di Governo italiano va in visita a portare aiuti e armi al capo di un governo straniero e questo si mette a dire quello e cattivo quello è buono, è nel tuo governo. È umiliante per il Paese e per Giorgia Meloni, anche inaccettabile per la sovranità di un paese, dopo di che la questione di fondo è questa guerra che si trascina e che se non viene fermata ci porterà alla guerra mondiale».
Cremaschi finisce per cantare la “vincere, vincere, vincere” dell’Italia degli anni ’40 per sottolineare che «sentire dire “vincere” da Ursula Von der Leyen mi fa venire i brividi». L’alternativa è «il negoziato e il compromesso che parte dal riconoscimento che bisogna riconoscere il diritto internazionale per tutti. Io – dice Cremaschi – voglio la pace subito, non la pace eterna dopo la terza guerra mondiale».