L'autoproclamata royal family cosentina ha un nuovo “re”. Manca ancora l'ufficialità, ma, di fatto, Mario Occhiuto ha già abdicato a favore del fratello Roberto. Peccato che a conoscere la verità siano solo pochi ciambellani e dignitari di corte. I sostenitori e i militanti forzisti, gli animatori dei comitati e le migliaia di supporter che, non più tardi di sette mesi fa, si erano riuniti a Lamezia per intronizzare Occhiuto senior, sono invece all'oscuro di tutto, trattati come semplici sudditi.

Il sindaco di Cosenza – sono questi i racconti che circolano a “corte” – avrebbe deciso di gettare la spugna e di accantonare il sogno di diventare governatore della Regione. E se – fatte le dovute proporzioni – la storia britannica recente insegna che l'abdicazione può essere provocata da ragioni sentimentali, nel caso di Mario Occhiuto i motivi sono senz'altro meno eterei e vanno ricondotti ai suoi guai giudiziari (da ultimo è stato rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta) e al veto imposto dalla Lega di Matteo Salvini.

Il lavoro sotterraneo

Così, ormai da un paio di settimane (lacnews24.it lo aveva anticipato), è iniziato il lavoro sotterraneo di Roberto che, in accordo con la coordinatrice regionale di Fi, Jole Santelli, tesse la sua tela e prova a compattare tutto il partito calabrese attorno al suo nome.

L'ultimo indizio è stato captato ieri, quando il sindaco di Cosenza, malgrado il suo nome campeggiasse sulle locandine, non si è fatto vedere all'incontro organizzato dai Giovani di Fi, al quale ha partecipato uno dei colonnelli più influenti di Fi, il senatore Maurizio Gasparri, che potrebbe avere un peso nelle scelte finali del partito in Calabria. Era invece presente – e in prima fila – il fratello Roberto. Gli addetti ai lavori giurano che non si tratti di un semplice caso.

Strategia

La strategia ideata dagli Occhiuto e portata avanti da Santelli sembra lineare: provare a far dimenticare la candidatura di Mario – dopo un anno di martellamento – e arrivare con un'alternativa già pronta all'appuntamento con Silvio Berlusconi, che dovrebbe svolgersi tra qualche giorno.

L'ex premier, dopo aver (timidamente) perorato la causa del primo cittadino di Cosenza, dando seguito alle volontà espresse dai coordinamenti calabrese e nazionale di Fi, nel prossimo incontro – assicurano fonti parlamentari azzurre – sarà costretto a formalizzare il suo “no” nei confronti di Occhiuto. Ed è a quel punto che Santelli potrebbe illustrare il suo piano B, magari appoggiando la mano sulla spalla del capogruppo vicario alla Camera, ovvero Roberto Occhiuto, il principe che tutta una serie di circostanze potrebbe infine trasformare in re.

La decisione di Berlusconi

Il condizionale è d'obbligo, perché oggi nessuno è in grado di conoscere in anticipo la risposta di Berlusconi, che in questa commedia politica riveste i panni del cardinale che deve pronunciarsi sulla legittimità della nomina proposta da Santelli. Il leader di Fi sarà chiamato a valutare tanti fattori, tra cui l'equilibrio interno al suo stesso partito.

Di sicuro, non giocano a favore del deputato le ultime uscite pubbliche di Mara Carfagna, alla cui area è iscritto da tempo in modo convinto. La vicepresidente della Camera “flirta” con Italia Viva alla luce del sole. «Se Renzi rinunciasse a sostenere un governo di sinistra, “Forza Italia Viva” potrebbe essere una suggestione. È una fase di passaggio, ragioniamo con tante persone che si sono trovate a proprio agio in Forza Italia per 25 anni e ora non lo sono più», ha twittato poche ore fa Carfagna.

Renzi non ha perso tempo: «Ci sono parlamentari di Forza Italia molto seri che stanno riflettendo su cosa fare. Mi auguro che già nei prossimi giorni possano aderire ai gruppi di Italia Viva». Poi un passaggio proprio sulla parlamentare campana: «Ci sono persone che stimiamo come Mara Carfagna a cui non tiriamo la giacchetta».

Per ora, dunque, quelli tra Carfagna e Renzi sono solo abboccamenti, prove di dialogo che non è detto porteranno a un sincretismo. Ma Berlusconi non è nelle condizioni di sottovalutare i possibili rischi. Dire sì a Occhiuto jr, dal suo punto di vista, significherebbe contribuire alla possibile elezione di un governatore che, presto o tardi, potrebbe seguire Carfagna e transitare armi e bagagli nel partito di Renzi.

Il papa

Ma se il fratello minore del sindaco riuscisse anche a ottenere l'endorsement di Berlusconi, gli ostacoli sul suo cammino non sarebbero certo finiti. Perché la parola finale spetta sempre a lui, a Salvini, che avrà il compito di incoronare il candidato del centrodestra. Fonti leghiste e azzurre concordano su un punto: il leader della Lega non gradisce né un Occhiuto, né l'altro. Lo stesso commissario regionale, Cristian Invernizzi, che venerdì è intervenuto telefonicamente a Perfidia ribadendo la linea del Carroccio, si era già mostrato freddo rispetto all'ipotesi di candidare il fratello del sindaco bruzio: «Questa richiesta dovranno farla a Salvini. Che mi sembra sia stato abbastanza chiaro. Ma continuare a parlare solo ed esclusivamente di un nome e di un cognome è stucchevole. La scelta è di Salvini e, quando gli faranno la proposta, prenderà decisioni che, secondo me, sono già più che chiare. Non da un paio di giorni, ma da tempo».

Il boccino è insomma sempre nelle mani di Salvini, il papa che potrebbe fa saltare i piani della royal family cosentina.

bellantoni@lactv.it