Quando mancano ormai poche sezioni da scrutinare è ormai chiaro e definito il dato relativo al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Il Sì stravince con il 69,57%. Il No si ferma al 30,43%.

Cosa cambia per la Calabria

Quasi alle ore 19 sono state scrutinate 56.318 su un totale nazionale 61.622 sezioni con una percentuale a favore dei Sì che sfiora i 70 punti. In Calabria, invece, la percentuale supera il 77%. Il No il 22,25%.

In Calabria il numero totale dei deputati è passato da 20 a 13. I collegi uninominali saranno 5 (estesi per 391.810 abitanti) a fronte dei precedenti 8 (estesi per 244.881 abitanti). I seggi dei deputati da attribuire con il plurinominale saranno, invece, 8 a fronte dei precedenti 12.

senatori passano da 10 a 6, due eletti con collegi uninominali (estesi per 979.525 abitanti) a fronte dei precedenti 4 (estesdi per 489.762 abitanti) mentre quelli eletti con il plurinominale passano da 6 a 4.

I dati regione per regione (Sì/No)

  • Valle d'Aosta: 69,48 %, 30,52 %

  • Piemonte: 68,41 %, 31,59 %

  • Lombardia: 68,15 %, 31,85 %

  • Trentino Alto Adige: 70,84 %, 29,16 %

  • Veneto: 62,66 %, 37,34 %

  • Friuli Venezia Giulia: 59,57 %, 40,43 %

  • Emilia Romagna: 69,54 %, 30,46 %

  • Toscana: 66,02%, 33,98 %

  • Liguria: 63,85 %, 36,15 %

  • Umbria: 68,72 %, 31,28 %

  • Marche: 69,19 %, 30,81 %

  • Lazio: 65,77 %, 34,23 %

  • Molise: 79,87 %, 20,13 %

  • Campania: 77,44 %, 22,56 %

  • Basilicata: 75,90 %, 24,10 %

  • Puglia: 75,22 %, 24,78 %

  • Sicilia: 75,88 %, 24,12 %

  • Sardegna: 66,72 %, 33,28

 

L'affluenza

Oltre la metà degli italiani, esattamente il 53,85%, si è recata alle urne per il referendum, affiancato in sette Regioni dalle elezioni regionali e in tutta Italia, con l'esclusione delle due Isole maggiori, dalle elezioni comunali. Questi ultimi dati relativi alle amministrative hanno influenzato nettamente l'affluenza ai seggi che - con la virtuosa eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano - si è registrata in misura notevolmente più alta proprio nelle Regioni dove si svolgevano le elezioni regionali e, in controprova, notevolmente più bassa dove non si tenevano neanche le comunali.

Di Maio: «Dato storico»

«Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo». Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Come cambia la Costituzione

Con il voto degli italiani sono stati modificati tre disposizioni della Costituzione, gli articoli 56, 57 e 59 in cui si cristallizza il taglio di un terzo dei parlamentari della Repubblica.


Il nuovo secondo comma dell’articolo 56 reca: «Il numero dei deputati è di quattrocento, otto dei quali eletti nella circoscrizione Estero», mentre il quarto comma indica la nuova modalità di calcolo della ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni.


Il secondo comma dell’articolo 57 reca: «Il numero dei senatori elettivi è di duecento, quattro dei quali eletti nella circoscrizione Estero», mentre il successivo comma sancisce ora che «Nessuna Regione o Provincia autonoma può avere un numero di senatori inferiore a tre; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno», mentre l’ultimo comma riguarda sempre la ripartizione tra i seggi fra le Regioni o le Province autonome sempre con un meccanismo elettivo su base regionale.


Il nuovo articolo 59 al secondo comma sancisce che: «Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque».

Insomma, una riduzione pari ad un terzo del numero dei parlamentari.