La Calabria del 2020 è stata ed è un caso nazionale. Tra arresti eccellenti (Domenico Creazzo, Domenico Tallini), inchieste dalla grande eco come Rinascita-Scott, Genesi, Farmabusiness e Gettonopoli ma anche nodi che sono venuti al pettine come la questione della sanità regionale, i riflettori di media e talk show sono puntati dal pollino allo stretto. È indubbio, però, che in epoca di Covid tra divieti e chiusure forzate di esercizi commerciali, ristoratori, palestre e quant’altro, il decreto di indizione delle elezioni regionali (previste per il 14 febbraio) emanato dal Presidente f.f. Spirlì, più che far storcere il naso agli addetti ai lavori, può spaesare il semplice cittadino forse più attento al contenimento dei contagi di chi, insider della politica, ha più fretta di autoconservare le proprie illustri posizioni.

Prevista una terza ondata a febbraio

Numerosi esperti prevedono proprio per il mese di febbraio una terza ondata di virus. Luca Richeldi, direttore dell’unità di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e componente del Comitato tecnico-scientifico, ha dichiarato: «Non possiamo escludere che anche in caso di lockdown si rischi una terza ondata perché abbiamo di fronte a noi tutto l’inverno mentre a marzo eravamo vicini all’estate».
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, ha invitato pubblicamente a prepararsi perchè: «adesso bisogna organizzarsi per la terza ondata che arriverà a febbraio». Sulla stessa linea l’infettivologo Massimo Galli secondo cui a febbraio «non potremo che rivedere una situazione simile a quella che abbiamo già vissuto».
Oltre agli addetti ai lavori, anche altre autorevoli figure, provenienti dall’area di Forza Italia a livello nazionale, sono stati dello stesso orientamento. Guido Bertolaso, sottosegretario alla presidenza del consiglio con Silvio Berlusconi nel 2008, e da molti esponenti esponenti di centrodestra nostrani indicato come il miglior commissario straordinario per la sanità calabrese, non più di due settimane fa in una intervista radiofonica ha detto: «Tra febbraio e marzo ci sarà una terza ondata Covid e se qualcuno pensa che a Natale saremo tutti belli liberi dal virus si sbaglia».
Due giorni fa, l’ex parlamentare e ex fedelissimo di Berlusconi, Fabrizio Cicchitto, sul suo blog su HuffingtonPost ha scritto un contributo dal titolo “Le premesse per una terza ondata” in cui afferma: «A leggere che ben tre Regioni come la Lombardia, il Piemonte, la Calabria passano da zona rossa ad arancione e che per di più due di esse (la Lombardia e la Calabria) riaprono anche le scuole francamente vengono i brividi nella schiena».

Gesù può nascere due ore prima, le elezioni non due mesi dopo

Secondo la “time-line” dettata da Spirlì, entro metà gennaio andrebbero depositate le liste per la competizione elettorale, incluse le liste civiche o politiche non rappresentate in Parlamento, che hanno l’obbligo di raccolta di almeno 1500 firme autenticate a circoscrizione (almeno 4500 in tutta la Regione). Inoltre, i vari contendenti dovrebbero fare anche una campagna elettorale. Come sarà possibile farlo con in vista un nuovo Dpcm valido, si vocifera, fino al 10 di gennaio, che come ratio di fondo ha la linea dura al fine di contenere i contagi?
Fino al 10 gennaio i ristoratori e i bar chiuderanno alle 18 e per tutti rimane il coprifuoco alle 22. Per il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia: «Per evitare la terza ondata dobbiamo continuare nel mese di dicembre con il rigore e il distanziamento sociale, che devono prevalere su qualsiasi esigenza», lasciandosi scappare la battuta: «Gesù bambino può anche nascere due ore prima».
Le elezioni calabresi, invece, non potranno essere due mesi dopo. Ma se il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri ha fortemente raccomandato di non avere più di sei persone a tavola durante le feste natalizie, come sarà possibile tenere aperto un seggio che tra componenti e rappresentanti di lista potrebbe averne di più?

Il possibile rinvio lo decide il Parlamento?

Il “Decreto Calabria”, ossia il decreto legge 150/2020, all’articolo 8 prevede: “le elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario, anche gia' scaduti, o per i quali entro il 31 dicembre 2020 si verificano le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo, hanno luogo non prima di novanta giorni e non oltre i centocinquanta giorni successivi, o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori, alle circostanze che rendono necessario il rinnovo”. Insomma, Spirlì ha deciso di indire le elezioni, con suo decreto 135 del 30 novembre, nella prima data consentita dal “Decreto Calabria”, nonostante avesse la possibilità di poter scegliere una data differenze sia in marzo che in aprile.
Nulla toglie, però, che in sede di conversione del decreto del Governo in Parlamento, qualcuno possa proporre in questi giorni un emendamento per far slittare la data alla luce dei dati epidemiologici e del Dpcm che verrà.

I precedenti

Il decreto legge 148/2020 recante “Disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2020” ha rinviato le elezioni “entro il 31 marzo 2021” delle città di Siderno e Delianuova, nonchè quelle per il rinnovo della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Inoltre, il differimento del referendum costituzionale (da marzo a settembre) è già stato disposto dall’articolo 81 del decreto legge 18/2020, mentre con decreto legge 26/2020 venne disposto il rinvio (sempre a settembre) delle elezioni suppletive in Sardegna e Veneto; le elezioni regionali in Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia, Valle d’Aosta; le elezioni dei Sindaci e dei Consigli comunali in 575 enti in Regioni a statuto ordinario, di cui 12 capoluoghi di Provincia (Andria, Arezzo, Chieti, Crotone, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Reggio Calabria, Trani, Venezia); le elezioni dei Sindaci e dei Consigli comunali in 570 enti in Regioni a statuto speciale, di cui 6 capoluoghi di Provincia (Agrigento, Aosta, BolzanoEnna, Nuoro, Trento). Il tutto, senza particolare clamore.