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«La premessa fondamentale per la mia cultura è che nel ragionamento che segue non entrano giudizi sulle persone che reputo rispettabilissime tutte. Ma sul piano politico emerge netto un dato e cioè che le riunioni di maggioranza ricadono puntualmente nel nulla. La scelta del governatore di nominare assessori esterni vicini ai consiglieri regionali, per come è avvenuto, pone un problema di opportunità politica rispetto ai principi da tutti noi condivisi».
A parlare non è uno qualsiasi, è Giuseppe Aieta, uno dei consiglieri regionali fino a qualche tempo fa più vicini al governatore della Calabria. E non usa mezzi termini. In sostanza afferma che le riunioni di maggioranza sono semplicemente un rituale inutile perché, evidentemente, le parole, le proposte dei componenti della maggioranza non sono prese in considerazione. Aieta, dunque, denuncia un deficit di democrazia nel contesto di una compagine che di fatto è un monocolore PD. Molto più che un mal di pancia quello espresso dal consigliere regionale Giuseppe Aieta, ma il sintomo di un vero è proprio disagio politico.
«Il governatore avrebbe fatto meglio ad evitare la discussione di maggioranza –prosegue- e operare le sue scelte in piena autonomia ma, giacché si è voluto condividere l’ennesimo criterio dei tecnici, bene avrebbe fatto ad attenersi rigorosamente alle proposte dei consiglieri compresa quella avanzata più volte di non nominare assessori a loro riconducibili. Il secondo tempo di questa esperienza parte male e le scelte operate non uniscono e non contribuiscono a creare quei propositi nei quali avevamo testardamente creduto. Rivolgo, infine, il mio augurio di buon lavoro alla nuova Giunta confermando, ai calabresi, la mia tenace volontà di dare un contributo alla soluzione dei loro drammatici problemi, come sempre in piena libertà e lealtà».