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“Sono state molte e diverse le occasioni in cui abbiamo rilevato, seppur autonomamente, la scarsa attenzione che l’amministrazione Manna ha rivolto alle categorie produttive, ai commercianti ed esercenti rendesi, numerosi sono stati gli inviti al Sindaco di tenere in adeguato conto la realtà produttiva del territorio e più volte lo abbiamo avvertito del rischio concreto di vanificare quello che possiamo definire un grande patrimonio di questa città.
Dopo aver tradito e deluso le aspettative di quanti attendevano il rilancio del Centro Storico, adesso il rischio della desertificazione commerciale, si estende alla zona più popolosa e frequentata della città.
Al di là di assicurazioni e di impegni presi e mai mantenuti, il Sindaco e che i “suoi” più attivi e sensibili consiglieri rendesi non hanno mai realmente compreso la dimensione del problema vista il loro immobilismo e sufficienza di comportamenti sul tema.
Sono preoccupanti le ultime notizie circa l’apertura a rischio della farmacia del centro storico e davvero allarmanti sono le notizie di imminenti o prossime chiusure di numerose attività proprio nella centralissima Via Rossini, luogo simbolo di quella Rende attrattiva, giovane, dinamica, vitale, che ne ha fatto per anni un riferimento per l’intera provincia.
Di quella “movida rendese” - che però si distribuiva in maniera più diffusa sul territorio, da Roges a Quattromiglia e non solo - Via Rossini costituiva l’emblema perché era nucleo attrattivo di persone e di investimenti, produttivo di ricchezza e occupazione con ricadute economiche rilevanti sull’intera città.
Negli ultimi anni, alla crisi economica generale si è aggiunto anche il fenomeno di una repentina maggiore attrattività del capoluogo e la movida rendese veniva incalzata da quella cosentina.
Era chiaro a tutti che occorresse intervenire, certamente occorreva rimodulare l’offerta, migliorarla, certamente bisognava impedire ogni abuso ed ogni eccesso, ma altrettanto certo è che bisognava difendere quel patrimonio di cui Rende aveva la fortuna di godere.
E’ di questo che Manna non ha saputo o voluto tenere conto, ed ha sottovalutato il fatto che occorresse e subito mettere in campo una politica di difesa di questo tessuto produttivo, sapendo mediare tra le esigenze di tutti, commercianti e residenti in primo luogo.
Analizzare i fenomeni, prevenirli governando i processi in atto, mettersi in relazione con le categorie produttive e con i cittadini è uno dei compiti primari di un Sindaco, e Manna non lo ha certamente assolto con evidenti danni per imprenditori ed esercenti costretti a chiudere, per le famiglie dei numerosi dipendenti licenziati e per ciascuno di noi, ogni rendese che vede deprezzato il proprio patrimonio immobiliare e vede degradato il proprio quartiere, che da luogo simbolo della città diventa luogo simbolo del fallimento di questa amministrazione.
La valenza simbolica di alcune attività che hanno annunciato imminente chiusura può determinare un effetto domino, amplificare la sfiducia che ormai pervade molti esercenti e farli rinunciare, decidendo magari di trasferire attività e risorse verso realtà che sono oggi più attrattive ed ospitali.
Manna non ha saputo o voluto svolgere il ruolo che gli compete, non ha saputo stabilire un rapporto di collaborazione vera e di fiducia con gli esercenti e residenti, non ha favorito il dialogo e il rispetto tra loro stessi, non ha saputo spiegargli che è comune ad entrambi l’interesse che la “movida rendese” resista, magari migliori, ma che certamente non scompaia del tutto ed è stato solo in grado di firmare ordinanze restrittive calate dall’alto senza alcuna condivisione con le categorie produttive e gli esercenti.
Uno di quei “grandi temi” evocati a motivare l’esigenza della “nuova maggioranza di Manna” è certamente quello della difesa del tessuto produttivo rendese. Tuttavia dobbiamo registrare un incomprensibile silenzio non solo del Sindaco ma anche da parte dei consiglieri di maggioranza e dei consiglieri “salvatori di Manna”, sia sulla grave questione dell’errore di calcolo della TARI 2017 agli imprenditori, sia ancora sulla questione del commercio o sulle sorti di un luogo simbolo di Rende.
Ma forse non sono questi i “grandi temi” che li uniscono”.
Massimiliano De Rose
Antonello Elia
Carlo Petrassi
Franco Beltrano
Alessandro De Rango
Carlo Scola
Mario Bartucci
Mario Bruno
Enrico Monaco
Annarita Pulicani
Serena Russo