«Con la presente comunico che, ai sensi della Legge Regionale n.13 del 2019, rinuncio all’indennità differita, alla reversibilità e all’indennità di fine mandato». Sono queste, le parole di Davide Tavernise e Francesco Afflitto, consiglieri regionali del M5s in Calabria, contenute in due note, separatamente inviate ai presidenti Occhiuto e Mancuso, nel giorno della vigilia di Natale.

«Nessun cittadino – commentano Tavernise e Afflitto– percepisce a vita, un’indennità, per appena 5 anni di contribuzione, come accade per i consiglieri regionali della Calabria. Tra l’altro, solo una piccola quota, pari all’8,80% della base imponibile, di questi contributi è versata dai consiglieri regionali, mentre quasi il triplo è versato dall’Assemblea legislativa. A conti fatti, i calabresi attraverso il Consiglio regionale versano quasi 15mila euro l’anno per ciascun consigliere regionale: 75.000 euro circa per l’intera legislatura. Tutto questo per far avere il vitalizio, oggi volgarmente chiamato “Indennità differita”, ai nostri colleghi».

Sono 145 gli ex consiglieri regionali della Calabria che oggi percepiscono il cosiddetto vitalizio e pesano sul bilancio regionale per 577.000 euro. «Sono cifre che possono sembrare irrisorie, se raffrontate a un bilancio regionale di pura competenza, fissato in 6,3 miliardi di euro. Ma mostrano tutta la loro immoralità, se pensiamo che oggi il nostro sistema sanitario manda in giro, per far fronte a situazioni di emergenza, ambulanze che hanno tra i 400.000/700.000 Km sul groppone, che talvolta, per carenza di personale sanitario, viaggiano senza medico e per la loro vetustà arrivano sui luoghi interessati con notevole ritardo. Fattore questo, che contribuisce in senso negativo sui nostri Lea», continuano i due consiglieri pentastellati.

«Al contrario di quanto avviene in molte regioni, poi – proseguono Tavernise e Afflitto – i nuovi vitalizi, reintrodotti dalla legge regionale n.13 del 2019, e che vedranno i consiglieri regionali percepirli a 65 anni, 60 in caso di doppio mandato, sono cumulabili con qualsiasi altro vitalizio e pensione. Per non farsi mancare nulla, la stessa legge regionale prevede la reversibilità del vitalizio e dell’indennità di fine mandato. Di padre in figlio, insomma».

«Si può fare politica anche rinunciando a qualche privilegio. Mentre lo considero un obbligo morale in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando. E questa rinuncia, facoltà prevista dall’articolo 16 della stessa legge regionale n.13 del 2019, vuole essere un piccolo gesto di equità sociale che sento di dover compiere nei confronti dei calabresi», commenta ancora Tavernise, mentre per Francesco Afflitto «come membro del M5S, come medico ma prima ancora come uomo, ritengo sia doveroso rinunciare a questo privilegio tipicamente politico, risparmiando di sopportare una spesa ulteriore alle tasche dei cittadini calabresi».

«Contano – concludono Tavernise e Afflitto – le idee politiche, le proposte e specie in Calabria l’esempio. Un esempio che ci auguriamo, vorranno seguire gli altri colleghi consiglieri, mostrando così concretamente, e dopo decenni di sprechi e privilegi, di essere vicini ai calabresi».