VIDEO | Per il candidato alla presidenza della Regione è ora di dire basta al commissariamento romano di sanità e politica. Da Crotone lancia il suo progetto: «Vogliamo gettare le basi per rifondare la sinistra in Calabria»
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Si è aperta con un messaggio di solidarietà all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, condannato a 13 anni e due mesi nell’ambito del processo Xenia, la conferenza stampa di Mario Oliverio, giunto oggi pomeriggio a Crotone per spiegare - o meglio, ribadire - “Il perché di una scelta” (questo il titolo scelto per l’evento). «Noi scendiamo in campo per contrastare una deriva che vede la Calabria colonizzata in tutto e per tutto» ha esordito.
Il commissariamento della sanità
Oliverio rivendica quanto realizzato nel Crotonese e in Calabria quando era presidente della Regione e ricorda la sua battaglia per porre fine al commissariamento della sanità «che va a vanti da 11 anni con risultati disastrosi. Io ho combattuto in solitudine, sono arrivato a minacciare di incatenarmi davanti a Palazzo Chigi. Non lo feci - e sbagliai devo dire col senno del poi – perché mi chiamò l’allora presidente del Consiglio, che mi invitò a risolvere la questione attraverso il dialogo, ma quel dialogo non è pervenuto ad alcuna soluzione e si è perduto nei meandri della burocrazia dei ministeri della Salute e dell’Economia».
La situazione, intanto, è peggiorata: «C’è voluta la pandemia perché altri, che invece erano i protagonisti del sostegno al commissariamento, scoprissero la gravità della situazione in cui versano i servizi sanitari. Oggi, bisogna chiudere la stagione del commissariamento e rinegoziare il piano di rientro perché il debito che doveva essere contenuto è dilagato a dismisura».
Il commissariamento della politica
Ma per Oliverio, in Calabria, è inaccettabile anche il commissariamento della politica «che ha sospeso la vita democratica. I candidati vengono scelti da Roma. Quello del centrodestra, Mario Occhiuto, è stato scelto da Meloni, Salvini e Berlusconi e quella del centrosinistra, Amalia Bruni, è stata candidata dopo un toto-nomi durato qualche mese, ma alla fine hanno deciso, nel chiuso di una stanza, i vertici romani, il commissario regionale e tre o quattro persone preoccupate solo di mantenere un posto in Consiglio regionale».
Un progetto politico che non si ferma alle elezioni
Quello messo in piedi, sostiene Oliverio, è un «progetto politico che non si ferma il 3 e il 4 ottobre. Le elezioni sono una tappa e noi chiediamo agli elettori di incoraggiarlo questo progetto perché il nostro obiettivo è bloccare questa deriva coloniale, riaprire i canali della partecipazione democratica e gettare le basi per una rifondazione della sinistra in Calabria».