Mario Oliverio, il grande sconfitto delle regionali, s’è preso ventiquattr’ore prima di commentare la sua deblacle alle elezioni regionali della Calabria. «Mi auguro che si apra una riflessione libera e lontana da pregiudizi, senza atteggiamenti ad excludendum. Le sconfitte ci sono sempre state nella storia dei movimenti politici, ma dalle sconfitte si può ripartire».

«Il punto è che la volta scorsa c’era stata una sconfitta e da lì non siamo riusciti a ripartire perché non c’è stata una riflessione – ha detto ancora Oliverio -. Questo secondo tempo era largamente previsto, la sconfitta era data per scontata e si è puntato a garantire l’elezione dei singoli».

«La sinistra ha bisogno di ricostruire il campo delle forze progressiste. Questo centrodestra, a cui faccio i miei auguri, non è una coalizione per gli elementi e i connotati che lo caratterizzano. Non è una coalizione in grado di affrontare i problemi di una Calabria che si trova in una fase così difficile. C’è un intruglio di elementi diversi, di utilizzazione del potere dello scambio. basta vedere le liste e anche alcuni eletti».

Poi il riferimento a Gianluca Gallo appare chiaro (seppur non nominato dall'ex governatore): «Se si passa, nell’arco di un anno e mezzo, da seimila a ventunomila preferenze, gestendo il potere allora ci sarà una ragione, non parliamo di noccioline, stiamo parlando di seimila preferenze. Alcuni assessorati si sono trasformati in bancomat. Ha ragione Gratteri quando dice: non date voti a chi promette lavoro ai vostri figli. Io vorrei che si andasse più in profondità».