VIDEO | Il ticket con Occhiuto preteso da Salvini scontenta molti. Al momento non si sa se sarà candidato o la vice presidenza gli verrà consegnata chiavi in mano. Ma gli altri non ci stanno a fare i suoi portatori d’acqua
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Alla fine Nino Spirlì ci è riuscito. Aveva giurato che le elezioni si sarebbero svolte ad aprile e che non si sarebbe mai candidato, con tanto di nota di precisazione inviata a Lacnews24, e invece alla fine ha ottenuto il risultato. Forse non quello sperato (la candidatura alla presidenza della Regione in quota Lega), ma la conferma della seconda postazione e cioè quella di vicepresidente della giunta e, quindi, il ticket con Roberto Occhiuto che non ha fatto i salti di gioia, ma ha dovuto accettare il patto tra Berlusconi e Salvini che lavorano alla federazione e si sono scambiati i favori.
La vittoria di Spirlì, ma anche degli uomini del nuovo corso della Lega in Calabria a partire da Giacomo Saccomanno che negli scorsi avevano incontrato a Roma Matteo Salvini chiedendo precise rassicurazioni, non è che sia stata accolta come un tripudio in tutto il partito calabrese che è in fermento da diversi mesi.
I consiglieri regionali uscenti, intanto, si stanno chiedendo cosa voglia dire il ticket in termini pratici. Intanto un dato è certo: il posto in giunta per la Lega è già assegnato con grande dispiacere dei candidati in lista e degli eventuali consiglieri regionali uscenti che dovessero decidere di candidarsi.
Il secondo interrogativo: ma Spirlì sarà candidato in lista? Chiederà i voti ai calabresi o vuole che il “trono” gli venga riconsegnato da esterno per diritto quesito?
E che i leghisti non stiano facendo i salti di gioia per la decisione dei vertici romani è chiaro anche delle reazioni, molto tiepide, all’annuncio del ticket. E il coordinamento regionale del Carroccio avrà il suo bel da fare a convincere gli uscenti a ricandidarsi senza nessuna prospettiva. Non avrebbero posto in giunta e neanche per la presidenza del Consiglio regionale che, necessariamente, dovrà a andare a Fdi. Se è vero che Giorgia Meloni, dopo le infinite grane giudiziarie degli scorsi anni e dopo aver ottenuto contropartite importanti tra candidati sindaco e presidenza del Copasir, si è totalmente disinteressata della Calabria dovrà pur ottenre una caselle per chiedere l’impegno alle proprie truppe.
Ed allora Pietro Molinaro, Filippo Mancuso, Pietro Raso e Tilde Minasi si stanno interrogando sul da farsi e non vogliono certo continuare a fare i portatori d’acqua in un partito che perde consensi, pezzi ed è reduce dal clamoroso tonfo alle comunale di Reggio con la candidatura di Antonino Minicuci. Unico che sembra già pronto ad accettare sarebbe Pietro Raso, mentre gli altri tre hanno mille perplessità e guardano con attenzione ai movimenti degli altri partiti e delle altre liste.