Brucianti sconfitte del candidato sostenuto dal sindaco Sergio Abramo, dei consiglieri uscenti Baldo Esposito e Flora Sculco. Exploit di Francesco De Nisi, Alecci conferma i pronostici
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Pronostici della vigilia pienamente rispettati nella Circoscrizione Centro alle Regionali 2021 con, tranne l’exploit di Valeria Fedele nelle file di Forza Italia, pressoché il 100% dei nomi previsti alla vigilia fra gli eletti azzeccati al pari della previsione sul 20-25% abbondante di divario fra centrodestra e centrosinistra. Adesso bisognerà attendere i calcoli per capire le assegnazioni dei seggi, ma sta di fatto che vincitori (alcuni dei quali morali) e vinti ci sono già. Si chiamano Michele Comito e Valeria Fedele in Fi, con il catanzarese Antonello Talerico che si è difeso molto bene, ma anche Antonio Montuoro in Fratelli d’Italia (a nostra memoria il primo esponente della Polizia di Stato a entrare a Palazzo Campanella, pare aiutato pure da tanti colleghi che hanno creduto in lui). Che ha messo a segno un autentico “colpo gobbo” andando a vincere contro l’establishment locale del suo partito che voleva un Filippo Pietropaolo non solo rieletto a furor di popolo ma anche in lizza per la carica di presidente del Consiglio.
A riguardo basta leggere qualche recente post di un padre nobile dei meloniani quale Michele Traversa. E invece la linea dei tanti insoddisfatti in Fdi - che soprattutto nel capoluogo avrebbero voluto la candidatura di Rocco Mazza, rifiutata proprio pro domo pietropaoliana (ovvero per non mettere a rischio il successo di quest’ultimo) - ha finito con l’assumere un ruolo decisivo. Una mossa simile a un harakiri dunque, politicamente parlando, per alcuni maggiorenti di Fdi.
Altra débâcle, quella del sindaco Sergio Abramo che sebbene il grande sostegno offerto a Frank Mario Santacroce ha invece assistito al successo di Francesco De Nisi il quale ha ottenuto ben oltre duemila preferenze in più del competitor. Un esito che dovrebbe allontanare irrimediabilmente Sergio Abramo non solo dalla Cittadella bensì pure dal giro delle scelte importanti, anche se le vite di Abramo sono pari a quelle dei gatti: sette o forse più. Stavolta, però, gli servirà davvero un miracolo per restare sulla breccia.
Il successo di Coraggio non passa infatti certo per le mani dello stesso sindaco. Basti considerare le migliaia di consensi che De Nisi e Santacroce portavano in dote. Ma c’è di più: a far da cartina di tornasole alle ruote improvvisamente sgonfie di Abramo, il boom del leghista Filippo Mancuso che senza il sostegno del suo (magari ex) amico Sergio non solo non ha perso terreno quanto ha guadagnato qualche centinaia di voti rispetto a inizio 2020 nonostante l’arretramento numerico nel capoluogo dovuto appunto alla perdita di un “super capo-elettore”.
Comunque sia, accanto a Mancuso ecco spuntare il collega di partito Pietro Raso mentre niente ritorno in Consiglio per lo sconfitto numero uno di questa tornata: Baldo Esposito. Che da “mister diecimila preferenze” in un anno e mezzo appena si è tramutato in mister… settemila. Un crollo verticale. Una battuta d’arresto che, come nel caso di Abramo, avrà ripercussioni fortissime per i futuri equilibri in città. Senza contare il brutto scherzo tirato stanotte dalla sorte, o meglio dall’errore di un membro della struttura espositiana, che ha trasformato le lacrime di gioia in lacrime di rabbia nell’entourage dello stesso Esposito.
È accaduto quando sono arrivati in segreteria gli illusori dati sbagliati (corretti solo qualche tempo dopo) con dentro anche parte dei voti di Flora Sculco (pure lei in corsa nell’Udc e altra vittima eccellente di un appuntamento elettorale killer per alcuni dei big ai nastri di partenza). Al di là di tutto, sembra siano rimasti entrambi molto male dalla sconfitta inattesa sebbene i segnali in tal senso non mancassero.
E il centrosinistra? Nel Pd brinda di sicuro il primo cittadino di Soverato Ernesto Alecci che ha fatto registrare un risultato ragguardevole seguito da Raffaele Mammoliti fra poco con lui nell’assise reggina. Terza, a sorpresa, Giusy Iemma, stimata cardiologa che in ticket con Alecci e appoggiata al pari del sindaco soveratese dal gruppo che fa capo all’ex consigliere comunale di Catanzaro Fabio Celia (dimessosi per il caso Gettonopoli, malgrado il suo coinvolgimento fosse del tutto marginale per non dire inesistente) ha nettamente staccato candidati del peso di Fabio Guerriero e addirittura l’uscente Luigi Tassone.
Traguardo tagliato anche per il pentastellato Francesco Afflitto che con 1.897 consensi (forse cifra record al ribasso in quanto a voti utili per farcela) e, in quota Luigi del Magistris, per il notaio vibonese Antonio Maria Lo Schiavo. Beffato, invece, uno dei vari sindaci cimentatisi con le Regionali, vale a dire il capo dell’Amministrazione di Sellia Superiore Davide Zicchinella che con poco meno di tremila voti ha pagato pesante dazio alla debolezza della lista dell’aspirante governatrice di centrosinistra Amalia Bruni e quindi alla mancanza del raggiungimento del quorum a livello calabrese.