Il consigliere regionale dem: «Sarebbe sbagliato dare l’immagine di un partito che si arrocca su posizioni conservatrici e non è pronto ad accettare le sfide che oggi i cittadini chiedono di affrontare»
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«Sì al referendum per avviare un organico percorso di riforme». È la posizione del capogruppo Pd in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua in merito alla imminente consultazione per il taglio dei parlamentari. In particolare, il consigliere - in una nota stampa – spiega: «Chi, all’interno del partito, nutriva dei dubbi in merito alla prossima consultazione referendaria e li aveva manifestati nei giorni scorsi, ha avuto modo di chiarirli e fugarli nel corso dei lavori della Direzione nazionale del Pd ai quali ho partecipato oggi: nessuna concessione alla demagogia dell’antipolitica ma un Sì convinto per avviare un organico percorso di riforme, a cominciare dall’abolizione del bicameralismo perfetto, dalla revisione dei regolamenti parlamentari e da una nuova legge elettorale che assicuri una rappresentatività effettiva degli eletti».
L’esponente dem rimarca: «Nel corso di un dibattitto che è stato franco e autentico, ho compreso anche le ragioni di chi, nel partito, presenta legittimamente sensibilità diverse rispetto al tema in questione, ma la pacata e serena relazione del segretario Zingaretti ha chiarito in maniera esemplare come la posizione del partito sia lontana anni luce da ogni concessione all’antiparlamentarismo e al populismo, tendendo ben fermo il ruolo insostituibile dell’Assemblea Legislativa nella nostra democrazia parlamentare».
E ancora: «L’intervento poi del ministro Franceschini ha messo in luce come la Direzione si era già espressa in senso favorevole in occasione dell’accordo politico-programmatico con i 5S, che prevedeva anche la riduzione del numero dei parlamentari: non si vede perché oggi, anche dopo il voto conseguente espresso in Aula, coloro che allora non hanno sollevato obiezioni, dovrebbero assumere una posizione diversa».
«Sarebbe sbagliato, pertanto - conclude Bevacqua - dare l’immagine di un partito che si arrocca su posizioni conservatrici e non è pronto ad accettare le sfide che oggi i cittadini ci chiedono di affrontare: a partire da una stagione di riforme organiche che il Sì a questa consultazione referendaria può avviare».