«Mai nessun 'grande fratello fiscale' sarà introdotto da questo Governo. Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune». Lo precisa, con un post su Facebook, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo sulla questione del redditometro, vale a dire il "radar" del fisco per stanare furbi e furbetti avvalendosi della capacità di spesa dei contribuenti per risalire ai loro redditi. Un esempio su tutti? Se stando alla tua dichiarazione dei redditi fai fatica ad arrivare a fine mese, difficile tu possa giustificare l'acquisto di una barca e di una seconda casa in una località di grido.

Dopo essere stato abrogato nel 2018, il decreto ministeriale del 7 maggio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì e firmato dal vice ministro all'Economia Maurizio Leo, ripristina infatti lo strumento di "accertamento sintetico" che risale al reddito analizzando la capacità contributiva per gli anni d'imposta a decorrere dal 2016. Ritorno al redditometro, dunque? Le opposizioni non hanno dubbi, per loro è così. E a poco più di due settimane dal voto, la questione rischia di trasformarsi in un boomerang per le forze di maggioranza al governo, sarà per questo che Forza Italia e Lega non perdono tempo a marcare le distanze.

Cosa che fa oggi anche Meloni. «L'attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Vice Ministro dell'Economia Leo, è fino ad ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar. Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini», puntualizza la leader di Fratelli d'Italia.

«Sull'ultimo decreto recentemente varato dal Mef, che negli intendimenti delimita l'azione di verifica dell'amministrazione finanziaria, mi confronterò personalmente con il vice ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti - chiosa Meloni - sarò io la prima a chiederli».