«Non guardiamo ai numeri. Alle percentuali. Non facciamo politica guardando al punto. Il sondaggio lascia il tempo che trova e va bene per chi non ha principi, non ha valori».

Così Giuseppe Conte parlando a Lamezia Terme ad un raduno regionale degli aderenti al Movimento 5 Stelle. L'ex premier, che non ha risposto alle domande dei giornalisti prima dell'assemblea, ha ribadito ai suoi che il Movimento è «in politica per cambiare la società, per cambiare la sanità che sia uguale al Sud come al Nord, per una giustizia giusta. Abbiamo una portata rivoluzionaria che riguarda il nostro Dna. Siamo in politica perché non ci rassegniamo ai privilegi, perché vogliamo che sia offerta a tutti la possibilità di mandare i propri figli a delle scuole pubbliche dove possono avere un'istruzione di qualità. Dove si crescano come cittadini liberi, con una coscienza critica, capaci di muoversi dappertutto dovunque vorranno andare. Ma anche liberi di poter rimanere nel proprio territorio d'origine. Noi guardiamo ad un'etica pubblica, perché è il cemento di tutto. Noi non siamo dei moralisti, non siamo quelli che attaccano gli altri quando c'è qualche notizia di reato. Non lo facciamo perché dobbiamo essere i primi, il problema è che la politica deve essere per noi un messaggio di rigore, perché nelle istituzioni si va per esercitare il proprio ruolo con onore e disciplina. Su questo dobbiamo essere sempre molto rigorosi».

«Noi ormai non siamo più la forza iniziale che si limitava soltanto faticosamente a rompere un sistema per cercarsi uno spazio. Siamo una forza che ha dimostrato storicamente anche di assumersi responsabilità di governo. Sono stato presidente di due governi. Una forza che si è ritrovata in un contesto molto difficile con Draghi, un Governo di unità nazionale».

««C’è stato - ha aggiunto - un grande passaggio, ricordate tutti, siete stati chiamati a votare. Se aderire o meno al Governo Draghi. È stato un passaggio molto complicato. Ci siamo ritrovati in una maggioranza molto eterogenea, molto sacrificati nella nostra prospettiva politica. In cui abbiamo dovuto continuamente difendere le nostre misure. C'era una forza politica che ha pensato di smantellare le nostre misure. Una situazione complicatissima che ha fatto molto soffrire, voi e anche noi diretti protagonisti a Roma. Ne siamo usciti quando ormai si era raggiunto un limite; quando era diventata non più tollerabile, rispetto ad un discorso chiaro, genuino e trasparente. Adesso siamo all'opposizione e ci aspetta un periodo immaginiamo non breve. Ma abbiamo già una traiettoria politica».

«Siamo ora all'opposizione ma vogliamo costruire e partire dal basso per far crescere il Paese. Far crescere le infrastrutture, cercare di creare lavoro, vista la mancanza di posti. Adesso stiamo sui territori ed anche la ragione di questa mia specifica presenza qua lo dimostra».

«Siamo qui - ha aggiunto - perché non vogliamo cimentarci in pratiche di gestione del potere. Verrò ancora e parleremo con i rappresentanti delle Associazioni, delle categorie, con gli esponenti della vita sociale, esponenti civici. Sia qui in regione che a livello nazionale siamo all'opposizione. Quando sei all'opposizione, la forza politica è quella che ti dai, non è soltanto quella dei numeri, del consenso, dal sondaggio. La forza politica è un concetto di relazioni. E come quando devi intrattenere una trattativa, non c'è il potere negoziale come un valore assoluto, dipende dal rapporto, da come ti poni con gli interlocutori. La forza politica ce l'abbiamo noi con la forza dei nostri principi, con la coerenza delle nostre azioni, con la chiarezza dei nostri programmi. Ecco perché dobbiamo afferrare bene l'orizzonte che vogliamo raggiungere».