Lungo confronto con gli attivisti calabresi che vogliono partecipare più attivamente sui territori. L'ex presidente del Consiglio: Non esisteranno più gli attivisti, ma gli iscritti al gruppo territoriale o al blog
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Sono stati più di 40 gli interventi dalla platea del teatro Grandinetti a Lamezia che ospitava la convention del M5s. Un numero che racconta la grande voglia degli attivisti calabresi non solo di capire le traiettorie future del partito, ma anche di partecipare sempre più attivamente sui territori. Giuseppe Conte dopo una breve introduzione ha ascoltato tutto, ma alla fine non ha deciso. Non ha ancora infatti nominato il coordinatore regionale del M5s in Calabria, casella centrale per poi, a cascata, strutturare i grillini sul territorio. La Calabria resta così, insieme alla Sicilia, l’unica regione a non avere organismi dirigenti nominati. Ieri a moderare l’incontro si sono alternati prima l’eurodeputata Laura Ferrara poi il deputato Riccardo Tucci, ma era solo una convenzione che nulla c’entra con le scelte future.
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Ricordiamo che l’ex coordinatore regionale, l’ortopedico Massimo Misiti, si è dimesso dal ruolo subito dopo le Politiche e da allora il MoVimento è senza guida, ma soprattutto ha difficoltà a svolgere azione politica sui territori perché non c’è nessuno che ha pieno titolo per parlare a nome del Movimento. Un problema che Conte ha assicurato di voler superare a breve attraverso una costruzione di tipo ascendente: ciascun gruppo eleggerà il proprio rappresentante anche i referenti sui temi: tipo "giovani" "progetti"... Poi i rappresentanti dei gruppi si possono riunire a livello provinciale, regionale e così via.
Conte poi ha invitato poi tutti ad essere aperti con chi si avvicina al Movimento e quindi di evitare le chiusure del passato perché il partito adesso è in uno stato nascente. Per questo non esisteranno più gli attivisti. Esiste l'iscritto al gruppo territoriale o l'iscritto al blog.
Gli iscritti al gruppo territoriale saranno coloro che avranno la delega di rappresentanza politica sui territori perché - ha detto Conte - il presidente non può seguire tutto e i coordinatori saranno le sue sentinelle sul territorio. Insomma il M5s non sarà più un movimento liquido - un partito biodegradabile lo aveva definito Beppe Grillo- ma si trasforma in un partito tradizionale con la sua strutturazione. Concetto che gli attivisti conoscevano già, ma che non risolve l’impasse che c’è in Calabria. Per questo, anche se tanti a partire dalla stessa Laura Ferrara al consigliere regionale Davide Tavernise, hanno vellicato l’orgoglio di appartenenza, in platea alcuni mostravano perplessità per il nuovo corso. La base del M5s dopo tanti anni e dopo l’esperienza di Governo è cambiata antropologicamente e alcuni “duri e puri” non condividono il nuovo corso. Conte, dopo aver ascoltato l’intero pomeriggio il suo “popolo” ha tirato le conclusioni della giornata.
Dopo una breve polemica sulle vicende di Cutro e in particolare sulla nota dei senatori di FdI, Conte è entrato nei temi dell’organizzazione. A scanso di equivoci ha detto che non verranno finanziate sedi piuttosto si finanzieranno i progetti proposti dai territori. Per questo si sta lavorando per accedere al 2xmille e si stanno anche rivedendo le regole sulla restituzione da parte degli eletti di pezzi delle indennità. Sulla collocazione politica nessun dubbio: campo progressista senza se e senza ma. Gruppi territoriali, forum, cittadinanza attiva solo così si può superare quel deficit di partecipazione democratica che storicamente stiamo registrando, ha detto. Il resto l’ex premier lo ha dedicato ai temi politici a partire dall’autonomia differenziata che il Movimento avversa totalmente. Conte la chiude qui. Per i coordinatori bisognerà ancora attendere.