Ricerche condotte in condizioni di igiene precaria e con omissione totale dei controlli e delle analisi microbiologiche. Secondo il gip i maltrattamenti sugli animali sarebbero controproducenti anche ai fini scientifici
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C’è il gotha dell’Università Magna Graecia di Catanzaro che ha fatto ricerche in laboratori (i cosiddetti stabulari) in condizioni igieniche precarie, con continui guasti del sistema luce-buio, con ventilazione effettuala non in condizioni di isolamento dall’esterno, con omissione totale dei controlli e delle analisi microbiologiche, tanto che avvenivano anomale morie dei ratti da laboratorio.
Tra gli indagati, il luminare Ciro Indolfi, cardiologo di fama di recente transitato dall’Umg all’Università della Calabria e presidente della Federazione italiana di cardiologia, e anche il professore Vincenzo Mollace. Entrambi sono implicati nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catanzaro che vede coinvolte 33 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali.
L’accusa nei confronti di Indolfi
Ciro Indolfi, in particolare, è accusato – in concorso con Nicola Costa, veterinario designato responsabile del benessere degli animali dello stabulario di Rocceletta di Borgia, ed Ernesto Palma, responsabile del benessere animale nello stesso laboratorio – di maltrattamento e uccisione di animali.
Secondo l’accusa, nel corso delle sperimentazioni animali per il progetto “Modello di danno vascolare nel ratto per lo studio della reslenosi coronaria nell’arteriopatia obliterante periferica cronica”, 318 ratti avrebbero vissuto in condizioni precarie tanto da essere paragonate e vere e proprie sevizie nei loro confronti. Di questi, 18 sarebbero stati uccisi senza necessità e senza l’autorizzazione del Ministero della Salute.
A Roccelletta laboratorio in pessime condizioni
Le persone coinvolte nel progetto e sentite dagli investigatori della Guardia di finanza di Catanzaro, hanno affermato che gran parte delle sperimentazioni relative al progetto sono state eseguito a Germaneto e con minore incidenza a Roccelletta che è stato descritto come un laboratorio in pessime condizioni ambientali e igienico-sanitarie, con malfunzionamento dei condizionatori e caratterizzato dalla mancata cura degli animali connessa alla pulizia degli stessi e delle gabbie. Un testimone ha parlato dell’alta temperatura all’interno dello stabulario che sarebbe stata tra le cause di morte dei topi.
I progetti di Mollace
In particolare Vincenzo Mollace è accusato di maltrattamenti sugli animali in relazione ai progetti “Ruolo degli antiossidanti di origine naturale nella disfunzione cardiovascolare indotta da diabete”, “Studio dei meccanismi patogenetici di stress ossidativo in un modello animale di iperplasia sub-intimale indotto tramite endoembolectmia arteriosa: nuove strategie terapeutiche”, “Studio dei meccanismi patogenetici dall’atrofìa muscolare, in corso di cachesia neoplastica: nuove strategie terapeutiche”. Avrebbe agito in concorso con Nicola Costa, Fabio Castagna, in qualità di veterinario designato responsabile del benessere degli animali dello stabulario di Roccelletta di Borgia ed Ernesto Palma in qualità di responsabile del benessere animale dello stabulario di Roccelletta di Borgia.
Inoltre Mollace è accusato anche di falso ideologico e materiale poiché avrebbe attestato falsamente di aver adottato tutte le procedure necessarie per ridurre al minimo qualsiasi tipo di sofferenza e di dolore e di aver applicato i protocolli di valutazione del benessere, quando in realtà questi protocolli non sarebbero stati eseguiti.
I maltrattamenti che incidono anche sulla ricerca scientifica
Secondo il gip, sui maltrattamenti, esiste la gravità indiziaria sia nei confronti di Indolfi che di Mollace.
Scrive il giudice che il fatto che gli animali venissero sottoposti a condizioni di crudeltà e, in taluni casi, uccisi con decapitazione senza anestesia o attraverso traumi provocati dallo scaraventarli contro i muri, come già rilevato dalla consulenza tecnica e dalle dichiarazioni rese dal direttore dell’ufficio 6 della Direzione generale della sanità animale del ministero della Salute, risulta controproducente ai fini scientifici poiché lo stress a cui gli animali sono sottoposti a seguito di tali vessazioni provoca alterazione dei loro valori corporei, la quale mina l’attendibilità dei risultati di ricerca.
In particolare a decapitare i topolini senza anestesia sarebbero stati Emilio Russo, in qualità di sperimentatore e supervisore delle sperimentazioni, Rita Citraro e Antonio Leo, in qualità di sperimentatori e valutatori dello stato di benessere dell'animale. Mentre, secondo le testimonianze, sarebbe stato il dottore Nicola Costa a sopprimere un animale scagliandolo contro un muro.
Al di là della mera questione animalista, la domanda da porsi è quale impatto possono avere questi gratuiti maltrattamenti sulla ricerca scientifica?