Storia, tradizione, cultura e innovazione sono i suoi pilastri. Sandro Principe ha alzato il sipario sulla campagna elettorale e punta a tornare sindaco di Rende a distanza di 20 anni dell’ultima volta. Dovrebbe contare su sei liste, assemblate dalla Federazione Riformista di cui è leader, Italia del Meridione, Innova Rende, Psi e Psdi che non ha mancato di ringraziare quasi commuovendosi e rispolverando la parola «compagni».

Proprio il sostegno dei socialisti di Franz Caruso e Luigi Incarnato, tramite il segretario cittadino Francesco Tenuta, ha innescato però dall’altra parte del Campagnano una vera e propria faida con il Partito Democratico che invece sostiene la candidatura di Giovanni Bilotti. Ieri sera, in un’infuocata assemblea dei democrat, è emerso che da giugno potrebbero esserci ripercussioni a Palazzo dei Bruzi.

L’affondo sul Pd dei conquistadores cosentini

«Non mi occupo di agricoltura - ha detto con la consueta ironia rispondendo a una domanda sul campo largo che a Rende non esiste -. Credo però che, dinanzi ad una destra unita e ad un accordo trasversale, il vero centrosinistra sia rappresentato da noi. Il Pd ha perso l’intelletto, siamo tornati a qualche tempo fa con un gruppo dirigente che ha fatto deragliare il ricambio generazione. I democrat inciuciano con Manna da 7-8 anni, è fatto risaputo. Queste elezioni non sono altro che il secondo tempo della battaglia sulla città unica. Invito pertanto Amerigo Castiglione e tutto il Comitato per il No a dare il proprio contributo perché da Cosenza hanno messo su un’armata Brancaleone per annettere la città».

Principe poi snocciola numeri. «Alle ultime Europee il Pd in Italia ha preso il 22-23%, al Sud il 26% e in Calabria il 16%. Il cancro del trasversalismo adesso spara le sue metastasi a Rende - ha tuonato -. Ma chi era il Pd a Rende quando il consenso era corposo? Ve lo dico io: i riformisti del vecchio Psi, vale a dire sempre noi. Il Psi oggi effettua una scelta coraggiosa, nonostante abbiamo letto e ascoltato qualche richiamo a suo carico».

Le inchieste e l’importanza del vicesindaco

«Non mi candido per regioni di prestigio o di carriera, lo faccio per le richieste dei cittadini, dei commercianti e degli imprenditori e per il rilancio della città - ha precisato ancora -. Non potevo abbandonare, nel momento del bisogno, una creatura che sento anche mia. Non avrei potuto reggere questa accusa». Principe, che ritiene prematuri i tempi per annunciare un vicesindaco, ha prevenuto domande di natura personale che riguardano la sentenza di Rimborsopoli attesa per l’autunno e il ritorno in appello dell’inchiesta denominata Sistema Rende.

«Da un lato (Sistema Rende) parliamo di fatti di 15 anni fa: un calvario senza fine - ha spiegato -. Le istruttorie hanno già certificato la linearità dei nostri comportamenti. Si torna in Appello solo per una questione tecnica, anche perché abbiamo applicato soltanto le leggi dello Stato per le Cooperative B. Dall’altro lato (Rimborsopoli) ho sempre avuto rispetto massimo per il regolamento e sono ricordato in Regione per il mio rigore, anticipando perfino la legge Monti. Ho restituito 280mila euro ed ho pagato di tasca mia la segreteria politica. In ogni caso, tutto questo non influirà sul futuro dell’amministrazione: favorirò una nuova classe dirigente con uomini e donne appassionati e dediti alla politica».

La Rende che vorrebbe Sandro Principe

«Rende vorrei che tornasse a pulsare, ad essere un collettivo di progetti e di impegni - ha detto il candidato a sindaco -. Sarà fondamentale sfruttare anche gli anziani, che non dobbiamo relegare tra casa e giardinetti. Possono diventare un quid in più come ausiliari del traffico nei parchi e fuori dalle scuole». Principe a grandi linee anticipa anche quello che sarà il suo programma elettorale «fermo restando che dovremo capire cosa troveremo in Comune».

«Nel mio disegno - ha quindi puntualizzato – si spazia dall’edilizia per le giovani coppie, al welfare. Vorrei che Rende tornasse un paese dove si fanno figli, ma per questo dobbiamo garantire scuole ed asili. Favorirò un confronto continuo tra il pubblico e il privato, con le imprese protagoniste del rilancio sociale. Massima allerta, intanto, perché l’azione di Trump è diretta contro i ceti deboli e contro lo stato sociale di tutto il mondo».

Il policlinico universitario da un miliardo di euro e il termine “Innovazione”

Durante la conferenza stampa c’è stato spazio anche per affrontare il tema anticipato da Gianluca Gallo qualche giorno fa sul nuovo Policlinico che sorgerà nell’area dell’Università della Calabria. Ha parlato di un investimento totale di un miliardo di euro. «Se ne dicono tante in campagna elettorale - ha ribattuto Principe -. Stimo l’assessore all’Agricoltura, ma se tutto ciò venisse confermato gli batteremmo le mani. Sono venti anni che noi Riformisti auspicavamo la Facoltà di Medicina e l’ospedale all’Unical e diamo atto a Nicola Leone di essere stato molto deciso e risoluto a stipulare la convenzione con l’Annunziata».

Proprio il nosocomio bruzio, però, è al centro delle sue attenzioni. «In passato - ha ricordato - abbiamo dato un grande contributo all’Unical, destinandole più di 300 ettari. Il vantaggio per il Policlinico è che non serviranno espropri. In attesa che si realizzi in circa 7-8 anni, però, che faranno i cittadini? Aspetteranno il sol dell’avvenire in cui siamo cresciuti? Ecco perché per me, nel mentre, vanno potenziati l’ospedale dell’Annunziata e la medicina del territorio: la linea da seguire è questa».

Il confronto con i giornalisti si è chiuso con un paio di arguzie riservate a Marco Ghionna e Giovanni Bilotti. «Ho sentito parlare i miei competitor di Innovazione: noi stiamo innovando da 40 anni nel settore dei rifiuti e della depurazione. Ghionna ha parlato di Silicon Valley come se fossero dei novelli Nembo Kid, ma Rende è stata fatta dai Riformisti. L’innovazione alle nostre latitudini nacque alla CRAI quando ero sindaco: offrimmo ettari di terreno così da favorire la formazione di tantissimi informatici. Oggi, se i cittadini ci conferiranno il mandato, destineremo un’area al centro di Rende alle start up».