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LAMEZIA - A meno di mezz'ora dalla chiusura dei seggi, arrivano le prime polemiche. A sollevare qualche critica sulla gestione delle operazioni di voto per la scelta del candidato da opporre al centrodestra nelle regionali di novembre è Gianni Speranza. Il sindaco di Lamezia, in una nota diffusa qualche ora fa, usa toni duri e dichiara «Mi vengono segnalati, in queste ore, episodi gravi di seggi mancanti, esponenti del centrodestra al voto per le primarie del centrosinistra e irregolarità nelle procedure di voto da diverse parti della regione».
Anomalie a Benestare e Siderno - «Non voglio entrare ora nel merito di tutto questo - ha dichiarato Speranza - Ma c'è il caso del comune di Benestare, in provincia di Reggio Calabria, dove il seggio è stato chiuso alle 12.30 per mancanza di schede ed è tutt'ora chiuso. Più di cinquanta cittadini che si erano recati al seggio non hanno potuto votare e in questo momento è dovuto partire da Lamezia un componente del comitato regionale per le primarie per consegnare le schede mancanti. E’ un fatto grave che, insieme agli altri - conclude Speranza - spiega il perchè nelle ultime settimane avevo valutato addirittura la possibilità di ritirarmi dalle primarie». A Siderno, invece, la denuncia è arrivata dal responsabile dell'Associazione "Essere sinistra per la Calabria", che sostiene Speranza. Alfredo Campanella ha denunciato la mancata apertura del seggio allestito a Sibari per le primarie. «Dopo aver annunciato sulla stampa locale di ieri - afferma - che ci sarebbe stato un seggio anche a Sibari, il comitato di gestione ha pensato bene di non istituirlo, così stamattina tanti compagni che volevano recarsi a votare non hanno potuto farlo. È davvero strano che si aprano seggi a un tiro di schioppo l’uno dall’altro (Cassano e Lauropoli) e non si aprano nei centri distanti parecchi chilometri dal centro. Se poi il motivo recondito della mancata apertura - conclude - fosse da ricondurre al fatto che a Sibari si trovano molti sostenitori della candidatura del compagno Gianni Speranza, la cosa sarebbe molto grave e inaccettabile». (lc)