Da Berlusconi a Salvini i leader di partito assumono l’impegno di portare a compimento l’opera più chiacchierata di sempre: «Indispensabile per essere competitivi»
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A sentire i leader di partito, questa volta il centrodestra sembra fare sul serio sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. La mega infrastruttura, che ciclicamente torna nell’agenda politica del paese, più per alimentare polemiche e configurandosi come un grande strumento di distrazione di massa, lascia il posto ad un preciso impegno programmatico, recitato ora come un mantra dai capi di partito del centrodestra. D’altra parte la questione Ponte figura al secondo punto programmatico “Infrastrutture strategiche e utilizzo efficiente delle risorse europee” dell’Accordo quadro di programma per un governo di centrodestra approvato dai tre maggiori partiti della coalizione: «Rendere l'Italia competitiva con gli altri Stati europei – è scritto nel programma - attraverso l'ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere. Potenziamento della rete dell'alta velocità per collegare tutto il territorio nazionale dal Nord alla Sicilia, realizzando il ponte sullo Stretto».
L’ultimo in ordine di tempo ad intervenire sulla questione è Matteo Salvini, che proprio in mattinata ha ribadito l’impegno della coalizione. Lo ha fatto alla vigilia della due giorni elettorale che lo vedrà impegnato in Calabria da domani a lunedì, dal Pollino allo Stretto, quando approderà proprio a Reggio Calabria per un incontro pubblico in riva al mare.
«Ponte sullo Stretto per unire Sicilia e Calabria, Italia ed Europa. Dopo troppi anni di chiacchiere, con studi pronti e costi contenuti – ha affermato questa mattina il leader del Carroccio - la Lega dice fortemente si. Più lavoro per migliaia di persone, meno inquinamento nel nostro mare, un'immagine straordinaria della bravura italiana nel mondo. Pd e 5Stelle continuano a dire no? Scelgano gli Italiani, il 25 settembre».
L’offensiva di Silvio: «Indispensabile»
Una sfida, dunque, oltre che ingegneristica, anche politica, lanciata appena tre giorni fa da Silvio Berlusconi che è tornato a parlare del Ponte attraverso i suoi canali social definendola una grande opera che è indispensabile per rendere più unito e più moderno il nostro Paese.
«Io ho sempre ritenuto che il ponte sullo Stretto fosse una priorità assoluta e che costituisse uno dei progetti più importanti per il nostro Paese – ha detto il cavaliere -. Non ho cambiato idea. Il ponte rimane una priorità assoluta, non solo per collegare la Calabria e la Sicilia, ma per completare uno dei principali corridoi europei di traffico ferroviario e autostradale. I miei governi erano giunti ad un passo dalla sua realizzazione. Nel 2005 eravamo addirittura arrivati all’aggiudicazione dell’appalto con un bando internazionale vinto da un’impresa italiana. Oggi il ponte sarebbe già da anni una realtà, con costi molto inferiori a quelli che dovremo affrontare ora, se non fosse stato bloccato per due volte dai governi della sinistra. Questa volta non ci fermeranno. Questo è il nostro progetto, questo è il nostro impegno a cui non verremo mai meno».
Il 25 settembre – ribadisce un sicuro Berlusconi - andremo alle elezioni e assumeremo la guida del Paese: «Potremo quindi dare finalmente il via alla realizzazione del ponte che collegherà la Sicilia alla Calabria apportando benefici non solo a queste due regioni, ma a tutto il Sud Italia e consentendo finalmente la realizzazione delle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo, dalle autostrade ai collegamenti con treni ad alta velocità, autostrade e ferrovie alle quali 11 milioni di italiani hanno diritto e che aspettano da troppi anni».