Il governatore rivendica la sua strategia nei confronti del Governo: «Noi mettiamo solo 200 milioni ma ci hanno finanziato lavori sull’autostrada per un miliardo. Poi ci sono i 3 miliardi per la 106 e anche l’Alta velocità si farà»
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Ccà nisciuno è fesso, dice il presidente della giunta regionale della Calabria Roberto Occhiuto. Chiude infatti con una battuta la polemica sulle risorse (stiamo parlando di 1,6 miliardi) del Fondo Coesione sottratti alla Calabria e alla Sicilia per costruire il Ponte sullo Stretto.
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«Si ricordi che io sono calabrese - dice ridendo - Se do 200 milioni per realizzare il Ponte ne devo avere indietro almeno il triplo e così è stato».
In che senso? Il Governo ci copre di soldi in cambio dei 200 milioni?
«Guardi ho sempre detto a Salvini e al Governo che il Ponte deve essere un attrattore di investimenti non un sottrattore. Allora sto utilizzando la mia credibilità verso i ministri e le grandi società di Stato e l’argomento del Ponte proprio per ottenere finanziamenti aggiuntivi per investimenti nella nostra regione, sfruttando anche le resistenze che sta mettendo in campo il mio collega Schifani».
Fantastico, ma cosa ha ottenuto in concreto?
«Proprio oggi ho avuto conferma dal Mit che entro fine anno sarà finanziato quasi un miliardo per l'A/2 nel contratto di programma con Anas. Il finanziamento sarà disponibile prima della manovra finanziaria, è una partita a parte».
E cosa finanzierà in concreto con questi soldi?
«Come ricorderà Matteo Renzi è venuto ad inaugurare l’A/2 nel 2016, ma i lavori non erano affatto conclusi. Chiunque viaggia da Cosenza verso Sud sa che il tratto Cosenza-Grimaldi è in continua manutenzione, soprattutto i viadotti. È chiaro che questo stato di cose non può durare per sempre. Nell’accordo di programma ci sono 884 mln per lo svincolo di Cosenza Nord che andrà in appalto nel 2024 e per il 1° lotto del tratto Cosenza-Altilia, con appaltabilità nel 2025. L’idea è quella di fare una variante al tracciato per limitare i disagi alla viabilità. Il reperimento della restante copertura mancante sarà assicurata nell’aggiornamento del contratto di programma con Anas del prossimo anno. In totale stiamo parlando di un finanziamento di 2,1 miliardi che inciderà profondamente sulla viabilità calabrese. Questo per ribadire la funzione che può svolgere il Ponte. Ho già paragonato quest’opera all’autostrada. All’epoca tutti dicevano: ma siete matti a fare l’autostrada se non ci sono le strade primarie. Ebbene l’autostrada ha fatto da volano per una serie di interventi. Penso che la stessa cosa farà il Ponte».
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Si, ma a parte l’autostrada cosa ha ottenuto?
«Sempre in ragione della realizzazione del Ponte, ho ottenuto anche la cantierabilità di tutti i tre miliardi previsti per la Ss 106 che entro fine anno andranno a gara. Come vede senza che il Ponte sia stato realizzato, grazie a lui stiamo ottenendo dei risultati grazie non solo alla mia influenza rispetto al Governo e alle aziende di Stato, ma anche grazie al Ponte stesso».
Lei parla di strade, ma c’è anche il problema delle ferrovie…
«Prima vorrei aggiungere una cosa».
Cosa?
«Il Ponte, di per sé, costa qualcosa fra i 4 e i 5 miliardi. La restante parte dei 13 miliardi verrà utilizzata per opere di completamento che miglioreranno la viabilità soprattutto nelle aree metropolitane di Reggio Calabria e Messina. Questo significa che il Ponte ha un effetto volano per il nostro territorio molto superiore ai supposti 200 milioni».
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Perché supposti?
«Perché ancora la manovra non è stata approvata. Tutto nasce dal fatto che tempo fa espressi a Salvini la mia disponibilità a cofinanziare l’opera o attraverso il Fsc o i fondi Por non spesi. Gli avevo anche chiesto di chiedere alla Commissione europea una deroga sulle regole che sottendono la spesa e la rendicontazione dei fondi europei come già fatto nel periodo Covid. A quel punto Schifani, vorrei ricordare che l’opera interessa molto la Calabria ma è ancora più decisiva per la Sicilia, spinse per utilizzare un miliardo dal Fsc. La Sicilia dal Fsc ha un finanziamento di 6,6 miliardi, la Calabria 2,2. Io quindi mi sono detto disposto a dare il nostro contributo in proporzione cioè intorno ai 200 milioni. Nelle varie interlocuzioni la Sicilia si era detta disposta ad arrivare anche ad 1,3 miliardi di cofinanziamento e io sono disposto ad arrivare a 300 milioni. Insomma il punto non è il cofinanziamento ma cosa riusciamo ad ottenere in cambio».
Schifani però ora sembra aver cambiato idea.
«Non penso, anzi sono certo che a breve tutto verrà chiarito».
Torniamo alla Calabria allora. Lei ci dice che è riuscito ad ottenere già i fondi per l’autostrada. Ed invece sui treni? Il Pd dice che i 13,4 miliardi annunciati da lei e dall’amministratore delegato di Ferrovie non ci sono.
«Non è così. I 13,4 miliardi non sono annunci ma opere già a gara, alcune in corso di realizzazione. Ad esempio le cito l’elettrificazione jonica sulla linea Catanzaro- Sibari. È finanziata con risorse del Pnrr che prevedono la fine dei lavori entro giugno 2026»
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E sull’Alta velocità?
«Lì ci sono stati errori nel passato, in particolare nel fatto che con il Pnrr si sia finanziato solo il tratto fino a Romagnano affidando al fondo complementare il finanziamento del resto. Tutti sanno che mentre il Pnrr ha tempi stretti, il fondo complementare non impone paletti temporali. Ferrovie ha detto chiaramente che ha tutta l’intenzione di fare l’alta velocità, il Governo lo stesso ed anche il presidente della Regione».
Più che di volontà qua stiamo parlando di soldi, però…
«E quelli ci sono. Non vada dietro alle polemiche di chi in tanti anni non è riuscito a mobilitare risorse. Pensi solo alla Ss 106: negli ultimi trent’anni si è avuto un finanziamento di un solo miliardo. Io in due anni ho portato tre miliardi che verranno presto cantierizzati. Anche su l'elettrificazione, è vero che Oliverio ha stanziato 600 milioni di fondi Por, ma poi nessuno è riuscito a metterli a terra. Noi lo faremo. La differenza tra me e gli altri è tutta qui».
Intanto sull’Alta velocità stiamo ancora a discutere di tracciato e i soldi pare siano finiti…
«Le ripeto che i soldi ci sono. Lei deve pensare che lo Stato agisce come qualsiasi altro ente pubblico. Sapendo che non si poteva completare entro i tempi previsti dal Pnrr tutta l’alta velocità fino a Reggio lo ha limitato fino a Romagnano. Ma questo non vuol dire che non finanzierà più l’opera. Le ripeto che le intenzioni di tutti sono chiarissime in questo senso».
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Ma perché discutiamo ancora di tracciati? Che fine hanno fatto, si chiedeva Enza Bruno Bossio, i 35 milioni dello studio di fattibilità?
«Ferrovie in realtà ha fatto ben tre studi di fattibilità. Il primo prevedeva la Praia-Tarsia che doveva arrivare fino a Cosenza. Il problema è che doveva bucare il Pollino con una lunghissima galleria e che lì sono presenti falde acquifere che alimentano l’acquedotto Abatemarco. Il drenaggio di queste acque avrebbe creato seri problemi idrici a tutta l'area urbana cosentina. Il secondo tracciato, invece, si snoda lungo la dorsale tirrenica. Il terzo seguiva il tracciato dell’autostrada lungo la direttrice Lagonegro-Tarsia ma incontrerebbe tutte le difficoltà che abbiamo avuto quando si è realizzata l’autostrada».
Mi pare di capire che al momento non è stato scelto nessuno dei tre…
«È in corso il dibattito pubblico. Penso che all’esito della manifestazione si sceglierà la migliore idea progettuale».
Mi pare che l’opzione tirrenica sia la più accreditata. Ma così Cosenza e la Sibaritide saranno senza alta velocità…
«Su Cosenza le do un’altra notizia. Lei sa che stanno effettuando dei lavori per realizzare le nuove gallerie Santomarco. Finiti i lavori da Cosenza potranno partire le Frecce Rosse che oggi non passano dall’attuale galleria. In questo modo saremo collegati all’alta velocità. Per quanto riguarda la Sibaritide, invece, se si fa l’elettrificazione faremo anche un collegamento con l’alta velocità in modo da andare dallo Jonio fino a Taranto e da lì a Roma o lungo la direttrice adriatica. Un’altra cosa che sono riuscito ad ottenere da Ferrovie è un intercity ibrido, a partire da gennaio, che da Melito Porto Salvo collegherà lo Jonio al resto del Paese ben prima che finiscano i lavori di elettrificazione».
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Quindi quest’alta velocità l’avremo?
«Certo che sì. Il tema però è che il Ponte è un attrattore anche dell’alta velocità. Un conto è fare questo investimento per 1,8 milioni di abitanti. Molto più sostenibile è realizzare un’alta velocità che coinvolge invece oltre sei milioni di persone. Insomma il Ponte rende ancora economicamente più sostenibile l’alta velocità. I due discorsi sono molto legati».
Li avremo entrambi, lei ci crede?
«Sì, certo».