Nicola Irto arriva al Cine Teatro Metropolitano di Reggio Calabria quando la sala, già gremita, sta ascoltando i primi interventi sull’incontro voluto dal Partito democratico per fare il punto su “Alta velocità, opportunità di cambiamento o ennesima occasione mancata?”. Un interrogativo che ha chiamato a raccolta gli organismi e le articolazioni territoriali del partito che intende continuare a tenere alta l'attenzione nel merito delle questioni e delle problematiche, come nel caso dell'alta velocità.

«Ci dicevano che sbagliavamo, io gliel'ho detto a Salvini in aula, ho fatto una interrogazione, diversi interventi – esordisce il segretario dem -. Oggi finalmente scopriamo che anche il governatore della Calabria, e il suo partito, si accorgono del fatto che non ci sono le risorse per l'alta velocità. E quando delle cose non ci sono, non si possono inventare».

«Credo che i partiti abbiano il dovere non soltanto di essere presenti sui temi ma anche di rendere edotti i cittadini e la popolazione su quelle che sono le attività che possono e devono cambiare il volto dei territori e quindi migliorare la qualità della vita dei cittadini» ha detto il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, secondo cui ci si avvia verso un periodo ancora più intenso, «il 2025 e il 2026 saranno anni e mesi cruciali e decisivi per la nostra regione e su questi temi non si può indietreggiare, perché sono occasioni che non si ripeteranno. Quindi l'alta velocità, l'ambiente, il lavoro e naturalmente la sanità, sono le priorità all'interno dell'agenda del Partito Democratico».

Il punto tenuto dal Pd non è solo politico, con riferimento alla querelle nata attorno all’assenza delle risorse, ma anche di metodo. Per il professore Francesco Russo, docente di Ingegneria dei sistemi di trasporto all'Università Mediterranea di Reggio Calabria, è sì importante il problema delle risorse ma è importante anche se non soprattutto che cosa si farà. «L’alta velocità non deve essere una medaglietta, almeno per quanto mi riguarda come ricercatore universitario e come Ingegneria dei sistemi – ripete il prof -. L’alta velocità deve essere una cosa che cambia la storia della Calabria, che cambia la storia di Reggio Calabria. Per fare questo, da tutte le esperienze che ci sono a livello mondiale, bisogna arrivare da Roma a Reggio Calabria in meno di 3 ore: questa è la sfida».

Se non si arriva in meno di 3 ore, fa notare Russo, tutti i vantaggi dell'alta velocità li cominciamo a perdere. «Allora, Reggio Calabria non può perdere questa occasione, quindi credo che la scelta del progetto e quindi la realizzazione sia decisiva per la città». Oltretutto, aggiunge il professore Russo, l’alta velocità può produrre un incremento di Pil pari all'1%, «se consideriamo che la Calabria mediamente sale dello 0,7-0,8% ogni anno, significa raddoppiare l'incremento di Pil della Calabria e questo significa cambiare la storia della Calabria».

Dal punto di vista politico, c’è invece in atto unno scontro, per la verità a tratti surreale, tra il governo regionale e il Pd che da tempo chiede la convocazione di un Consiglio regionale ad hoc sull'alta velocità. «Abbiamo chiesto all'assessore e al governatore di relazionare sullo stato dell'arte – rimarca il consigliere regionale dem Giovanni Muraca - ma purtroppo non accettano di convocare questo Consiglio regionale e noi insisteremo. Il nostro capogruppo la richiesta l'ha già fatta alla capigruppo più volte, ma pure in questo caso non otteniamo risposta».

«Oggi, finalmente – aggiunge Muraca - loro stessi confermano che manca addirittura un miliardo solo per arrivare a Praia a mare, e allora dove sono le risorse per arrivare a Reggio Calabria? Non esistono. Dov'è il progetto? Quale sarà la traccia per arrivare a Reggio Calabria? Non si sa, nessuno conosce la risposta, eppure continuano a dare, loro, delle risposte a noi inconsistenti, e cercano di spostare l'attenzione dicendo che siamo noi a non capire a non saper leggere le carte. Bene, ci dicano dove è lo stanziamento, qual è il capitolo di bilancio, qual è il progetto, chi sta lavorando, chi sta facendo cosa, in maniera che noi che non riusciamo a capire possiamo interpretare le carte e dare una risposta ai calabresi».

«Si rimetta al centro la Calabria e il Mezzogiorno»

La verità secondo il segretario regionale e senatore Nicola Irto è che le poche risorse verso la Calabria sono state impegnate per «un'opera che non si farà», come il Ponte sullo Stretto, e la Calabria «è stata totalmente dimenticata».

Insomma per Irto non è un tema il dove trovare le risorse economiche, ma è assolutamente un tema di volontà politica. «Se c'è la volontà politica, l'alta velocità il governo Meloni può farla. La verità è che si sono girati dall'altra parte, perché dovevano creare un'illusione, quella sul Ponte sullo Stretto, ed ovviamente è sparita l’alta velocità. Ma attenzione, perché è sparito dai radar un altro convitato di pietra, la SS106. Stanno completando solo quello Lotto dell'alta Calabria, ma nulla c'è rispetto a studi fattibilità per esempio nella provincia di Reggio Calabria. Non c’è uno stato di avanzamento, non ci sono investimenti, insomma la Calabria è stata abbandonata dal governo Meloni con la complicità del governo Occhiuto che oggi finalmente si accorge che non ci sono le risorse. Speriamo duri questa sua presa di posizione».

Irto invita quindi ad una grande battaglia politica. «La Calabria deve diventare un laboratorio nazionale rispetto alle infrastrutture di questo paese. Io vedo un governo che si gira dall'altra parte rispetto alle grandi questione del Mezzogiorno, e della Calabria. A meno che qualcuno non voglia spiegarci che le cose, dopo quasi tre anni di governo Meloni e cinque anni di governo regionale di centrodestra, siano migliorate». Le cose «purtroppo», sottolinea il segretario dem, sono peggiorate, non c’è una programmazione e non c'è una visione. «Ecco, noi chiediamo che tutto questo si possa finalmente realizzare con franchezza e senza furbizie, perché ad oggi abbiamo solo assistito a furbizie linguistiche da parte di alcuni esponenti della Lega soprattutto, che dicono che l'alta velocità c'è. Purtroppo i cittadini ogni giorno vedono che non solo non c'è l’alta velocità, ma che tra l'altro i treni sono in ritardo e che il sistema ferroviario italiano è allo sbando completo grazie a Salvini e company».

L’auspicio è quindi anche quello che si faccia fronte comune. «Noi finalmente diciamo, bene che Occhiuto se ne sia accorto, però non faccia come per l’autonomia differenziata che cambia opinione tra una settimana, appena lo chiamano da Roma. Che tenga alta l'attenzione e faccia una battaglia politica assieme a noi, per rivendicare il fatto che anche la Calabria merita di avere i treni ad Alta Velocità».

A fargli eco è proprio il sindaco Falcomatà. «Io credo che la politica abbia il dovere, sui grandi temi che interessano lo sviluppo di un territorio, di fare sintesi, provare la via del dialogo ma arrivare a una sintesi rispetto alla quale poi quei problemi vengono risolti e soprattutto quelle occasioni non vengono perse. Va da sé che però come in tutti i matrimoni bisogna essere in due».