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Contestazione di reato: peculato. Un’azione criminosa – spiega il sostituto procuratore Michele Sirgiovanni nell’avviso di chiusura dell’indagine notificato a otto indagati – realizzata con più atti esecutivi di un medesimo disegno, ciò allo scopo di agevolare l’appropriazione di somme per complessivi 73mila euro. La prima tappa dell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia sui fondi che sarebbero stati indebitamente fagocitati dai gruppi consiliari dell’amministrazione poi decaduta a fine 2013 in ragione della mancata approvazione del bilancio, giunge al capolinea. Stralciate le posizioni dei singoli consiglieri, l’avviso di chiusura indagini è stato notificato all’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi, agli allora dirigenti dell’ente Antonio Vinci ed Armanda De Sossi, al presidente pro tempore del consiglio provinciale Giuseppe Barilaro e agli allora componenti della conferenza dei capigruppo Giuseppe Raffele, Francesco Filippis e Giuseppe Condello e Carlo Brosio. L’inchiesta ebbe inizio dopo la scoperta del milionario ammanco nelle casse dell’ente imputato alla dipendente infedele e reoconfessa Mirella Currò, in concorso con altre persone oggi sotto processo penale. Avviata con il contributo dei finanziari del Nucleo di Polizia tributaria di Vibo e del Nucleo di Polizia valutaria di Reggio, ha portato l’ufficio guidato dal procuratore Mario Spagnuolo ad accendere i riflettori su ogni determina partorita dalla Provincia di Vibo, comprese quelle che destinavano risorse ai gruppi consiliari, poi destinate, secondo gli inquirenti, alle attività più disparate – dalle sagre paesane alle società sportive – comunque sia lontane dai finiti istituzionali per cui erano state stanziate.