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Non hanno fatto pausa neanche in occasione della prima giornata di festa di dicembre i più strenui oppositori del governo targato Oliverio. Ovviamente non si sta parlando di esponenti del centrodestra, ma dell’ex assessore al Lavoro Carlo Guccione e del consigliere regionale Flora Sculco. I due, già in occasione dell’ultima seduta di Consiglio regionale, avevano dato battaglia in Aula evidenziando tutte le debolezze della manovra di assestamento che poi l’Assemblea avrebbe approvato.
Ieri sono tornati a farsi sentire con ulteriori stilettate. Guccione, che aveva disertato la riunione della Commissione voluta dal segretario regionale Ernesto Magorno per gestire la scelta delle candidature in vista delle elezioni di primavera a Cosenza, non ha mancato l’appuntamento con i giovani a Corigliano che ha avuto un chiaro sapore elettorale. E di nuovo Guccione non è certo andato per il sottile. “Ambiente, turismi, enogastronomia e dissesto idrogeologico. Sono, queste le quattro priorità, le quattro emergenze per certi versi ma anche le quattro opportunità strategiche di sviluppo di questa regione e che sono collegate a doppio filo alla vera e propria rivoluzione, che la Regione ha il dovere di stimolare. Ecco perché – ha proseguito – la partita del nuovo Piano di Sviluppo Rurale (PSR) diventa una delle più delicate e rischiose se l’attuazione di questo strumento non sarà ancorata a rigidi e chiari criteri di misurazione non solo quantitativa ma qualitativa della spesa. C’è bisogno di una rottura forte, responsabile e coerente con metodi ed anche con protagonisti della passata fallimentare programmazione regionale. Perché – ha precisato Guccione – perseverando con questa viziosa continuità burocratica rispetto al passato, l’unico vero rischio è che la scandalosa perdita di 33 milioni di euro di fondi comunitari 2007/2013 assegnati all’azienda Calabria Verde per l’acquisto dei mezzi antincendio possa diventare soltanto la prima di una lunga serie. Purtroppo – ha continuato – ad un anno dalla vittoria elettorale, al di là delle singole questioni che stiamo ponendo in tutte le sedi e che dimostrano una disattenzione evidente rispetto alle istanze di rinnovamento che si erano condivise, ciò che continuo a percepire girando nei territori delle cinque province calabresi è un diffuso malcontento, soprattutto nella nostra base del Pd, anzi tutto per la mancanza di coraggio nel far invertire veramente rotta alla macchina burocratica regionale”.
Nel frattempo Flora Sculco, che pure proviene dalla Provincia di Crotone interessata al voto nella prossima primavera, ha puntato l’indice contro la gestione della sanità chiedendo una ripresa di iniziativa da parte del Consiglio. “Abbiamo la peggiore sanità del Paese per la quale i calabresi si accollano un’altissima tassazione mentre le migrazioni per curarsi toccano cifre stratosferiche (250 milioni di euro l’anno). Nel contempo - sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - gli operatori sanitari di ogni ordine e grado ed in tutti i territori, fanno salti mortali per garantire le prestazioni minimali. Tuttavia - aggiunge - dopo cinque anni di commissariamenti, il dibattito sulla sanità non verte su come migliorare la qualità e l’efficienza delle prestazioni, ma su questioni che riguardano gli organigrammi gestionali. Dinanzi a questa preoccupante confusione, è urgente che intervenga il Consiglio regionale, per individuare le priorità della Calabria attraverso una pianificazione circostanziata su un settore che incide sulla salute dei cittadini ed interessa oltre il 70% del bilancio. E’ il Consiglio che deve intervenire per indicare il contesto legislativo e gli obiettivi su cui i diversi soggetti che nella sanità hanno ruolo e competenza, incluso il Commissario ad acta, debbono indirizzare energie e risorse”.
Esclusi dagli organigrammi di governo da Oliverio e impegnati in prima linea alle prossime amministrative, Guccione e Sculco sembrano destinati ad essere per lungo tempo due pericolose schegge impazzite nello schieramento di centrosinistra.