La riunione decisiva potrebbe svolgersi a brevissimo, nel giro di due settimane. Il numero uno del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, nei prossimi giorni dovrebbe convocare i presidenti dei gruppi per tentare di trovare un accordo condiviso. L'obiettivo è accontentare il più possibile le varie forze politiche, non solo di maggioranza, nella spartizione delle ultime poltrone di sottogoverno rimaste.

Sarà un appuntamento delicato, perché bisogna procedere con una settantina di nomine nell'anno che porta alle elezioni del 2023.

Posti che andranno ad alimentare il sottobosco della politica, dal momento che prevedono compensi economici sostanziosi per i fortunati che entreranno a far parte dei tanti osservatori, società, commissioni e consulte che ruotano attorno al Consiglio regionale.

Enti che, al netto della loro utilità pubblica – in molti casi tutta da dimostrare –, tengono comunque in piedi uno stipendificio utile agli interessi della politica e, in modo particolare, della maggioranza di governo.

La decisione del Consiglio

Ieri, dopo diversi rinvii, l'aula di Palazzo Campanella ha approvato, su richiesta di Giacomo Crinò (Forza Azzurri), l'attivazione dei poteri sostitutivi per le nomine di competenza del Consiglio regionale. Una facoltà – prevista dal Regolamento interno (articolo 113), oltre che da una legge del '95 (la 39) – che in Calabria è diventata una prassi: le nomine le decide il presidente dell'assemblea, in genere dopo un accordo con le forze maggioranza e di minoranza, dato che in alcuni enti è prevista la presenza di membri espressi dall'opposizione.

Gli enti coinvolti

Dopo l'eventuale intesa, toccherà quindi a Mancuso emanare i decreti per le nomine relative a: Casa degli oli extravergini d'oliva di Calabria (tre membri); Comitato tecnico-scientifico per le aree protette (5 esperti); Comitato misto paritetico per le servitù militari (7), Commissione pari opportunità (13); Consorzio del bergamotto (2); Consorzio per la tutela del cedro (1); Consulta per la tutela delle professioni (3); Corecom (3); Difensore civico; Ente parco regionale (1); Fincalabra (2); Collegio sindacale di Fincalabra (2); Garante dei detenuti; Garante della Salute; Garante dell'infanzia; Nucleo cooperazione e relazioni internazionali (6); Organismo di coordinamento e verifica a favore degli invalidi (3); Osservatorio per lo sport (5); Sezione regionale di controllo della Corte dei conti (1); Osservatorio sulla violenza di genere (10).

Diversi incarichi sono a titolo gratuito (Comitato servitù militari, Comitato aree protette), altri garantiscono solo rimborsi spese (Osservatorio sport) o gettoni di presenza, ma la maggior parte prevedono compensi che, in alcuni casi, possono arrivare fino a 40mila euro all'anno.

I posti più ambiti

I posti più ambiti sono nel Collegio sindacale di Fincalabra, l'organismo in house providing della Regione che si occupa delle politiche di sviluppo economico. Al presidente toccano 38mila euro lordi all'anno, al secondo componente 32mila.

Il Consiglio regionale sceglie anche due membri del cda di Fincalabra, a cui spettano 30mila euro annui.

Ottimi compensi anche al Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni. Il presidente percepirà poco più di 3mila euro lordi al mese, mentre agli altri due componenti ne andranno circa 2mila.

Di soldi ne girano parecchi anche nella Commissione Pari opportunità, composta da 13 donne «elette nelle istituzioni» o che «abbiano riconosciuta esperienza» in ambito scientifico, giuridico e politico. La presidente ha diritto a una retribuzione di 1.057 euro al mese, la vice di 634, le altre componenti di 422. Per tutte, inoltre, c'è un ricco gettone di presenza, pari a 70,49 euro a seduta.

Stipendio assicurato anche per il difensore civico e i vari garanti (Infanzia, Detenuti, Salute), a ognuno dei quali va un emolumento di 1.275 euro lordi al mese.

Anche il valore dei gettoni di presenza cambia in base alla società di riferimento. Il Consorzio del bergamotto assegna 18 euro a seduta, che diventano 100 per la Casa degli oli.

I revisori unico e contabile di Ente parco regionale e Consorzio per la tutela del cedro, invece, guadagnano, rispettivamente, 8mila e 5mila euro all'anno.

Soldi che girano

Nel sottogoverno della Regione girano insomma parecchi soldi. E questo spiega la tensione che, legislatura dopo legislatura, accompagna queste nomine.

Qualcuno si è però smarcato per tempo, dichiarando di non voler partecipare ad alcun accordo sulle designazioni.

È il caso dei consiglieri d'opposizione Ferdinando Laghi (Dema) e Raffaele Mammoliti (Pd). Quest'ultimo, dopo aver definito «riprovevole» l'esercizio dei poteri sostitutivi, ha invitato Mancuso a operare «scelte autonome e trasparenti all'insegna del cambiamento», in particolare aprendo gli enti para-regionali alle «nuove professionalità che rappresentano la ricchezza della Calabria».

Un auspicio destinato a cadere nel vuoto: gli elenchi definitivi dei candidati alle nomine sono pieni zeppi di politici e amministratori locali, portatori di voti, clientes, compagni di cordate, esponenti di partito.

Difficile che qualcosa cambi. Soprattutto nell'anno che porta alle elezioni politiche.