di Claudio Labate
In questo avvio lento di campagna elettorale a tenere banco sono i codici etici e i consueti auspici di riuscire a comporre delle liste pulite per la competizione regionale. Non mancano battute al vetriolo, prese di posizioni e azioni concrete, come il nuovo codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia sul controllo delle liste elettorali proposto dalla segretaria della Commissione Wanda Ferro, e condiviso dai parlamentari di tutte le forze politiche, al fine di stanare i cosiddetti impresentabili.

Le ombre

Poi, succede che nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott, il pentito Bartolomeo Arena fa delle dichiarazioni che gettano ombre su alcuni politici che sarebbero stati sostenuti dalle consorterie ndranghetistiche del Vibonese. In particolare, Arena si è concentrato sull’ex senatore Francesco Bevilacqua e sul coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Giuseppe Mangialavori.

Nel primo caso asserendo che «il senatore Francesco Bevilacqua fu sostenuto elettoralmente sia dai Lo Bianco-Barba che dai Pardea-Ranisi. Fu votato da tutti perché fratello di Ferruccio Bevilacqua, ‘ndranghetista attivato nel locale insieme a mio padre, rimpiazzato inizialmente dalla vecchia cosca dei Pardea-Ranisi».

Nel secondo caso, affermando che «nelle ultime elezioni politiche i Lo Bianco-Barba hanno manifestato interesse per il senatore Giuseppe Mangialavori, mentre noi abbiamo sempre sostenuto la sinistra, dal 1999 ai giorni nostri. Fino ad un certo punto c’è stata maggioranza e opposizione, c’erano dei riferimenti per ogni gruppo mafioso. Ora invece le cose sono cambiate, c’è una finta opposizione e chi sta a destra si accorda con chi sta a sinistra per amministrare. Tutto è amministrato da parenti o persone contigue alla criminalità organizzata».

Mirabelli all’attacco

Il primo a cogliere la palla al balzo è stato il capogruppo del Partito democratico in Senato, Franco Mirabelli, che in Commissione Antimafia ha apertamente parlato di una sorta di nuovo caso Calabria, riferendosi proprio alle dichiarazioni del pentito Arena.

«Si tratta di dichiarazioni preoccupanti e che sarebbero molto gravi, se confermate dalle indagini. Serve che la politica calabrese – ha rimarcato Mirabelli - dimostri la volontà forte di spezzare ogni legame con la criminalità organizzata. Cosa pensa o intende fare in questo senso il candidato a governatore in Calabria e capogruppo di Fi al Senato Roberto Occhiuto, che molto ha insistito per il controllo preventivo delle liste da parte dell’Antimafia e ora non può ignorare questa ennesima vicenda

La replica di Occhiuto

Sollecitato dalla domanda, o provocazione se vogliamo, il candidato alla Presidenza della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha subito ribattuto al capogruppo dem, soprattutto in relazione alla posizione del coordinatore regionale azzurro: «Il senatore Mangialavori, che mi onoro di annoverare tra i miei amici, è una persona di specchiata correttezza morale, e a suo carico non c’è alcun procedimento giudiziario».

Per Occhiuto la dichiarazione dell’esponente dem trasuda giustizialismo da tutti i pori: «Altro che Movimento 5 Stelle… qui qualcuno che si definisce democratico spedisce in cantina il garantismo e sceglie di imbracciare i forconi dopo aver orecchiato e naturalmente non verificato alcune maldicenze».

Il candidato del centrodestra poi, coglie l’occasione per restituire la provocazione, e aggiunge: «La coalizione che sostiene la mia candidatura entro pochi giorni depositerà le liste dei candidati al Consiglio regionale della Calabria alla Commissione parlamentare Antimafia, per il controllo preventivo che io per primo ho chiesto in modo esplicito. Il Pd, caro Mirabelli, farà la stessa cosa?».