Elezioni regionali domenica 9 febbraio. La data comincia ad essere sempre più gettonata ai piani alti della Regione e caricherebbe di grande novità l’attuale scenario politico.

Il presidente della giunta Mario Oliverio, eletto il 23 novembre ha iniziato il suo mandato il 9 dicembre 2014 e lo chiuderebbe dunque nella stessa data del 2019. Entro 60 giorni da quel momento possono essere fissate le elezioni dalla Regione. A quanto pare Oliverio avrebbe la volontà di allungare al massimo la durata della legislatura. Per supportare questa volontà sarebbe allo studio da parte dell’Avvocatura regionale un parere che specifichi le ragioni di una scelta di questo tipo, sulla scorta di quanto sta avvenendo in Basilicata.
Mentre negli scorsi mesi si ipotizzava una possibilità di turno elettorale a novembre, considerando l’inizio dei 60 giorni a decorrere dalla data di elezione del presidente o presupponendo che Oliverio potesse anche mollare la presa qualche giorno prima rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Anche in considerazione delle attuali ed enormi difficoltà che sta attraversando la sua maggioranza.

Le prossime settimane saranno fondamentali per arrivare alla decisione definitiva e ufficiale, ma i partiti sono già in fermento. Il centrosinistra, con qualche mese in più, potrebbe pensare anche a poter effettuare le primarie per la scelta del candidato governatore, considerato che Oliverio non ha più il sostegno di gran parte del Pd. Il centrodestra potrebbe ancora rimandare le decisioni su tutti i fronti, aspettando che si chiarisca lo scenario nazionale e anche il futuro di Forza Italia che sembra essere sempre più vicina alla scissione e le intenzioni reali di Giovanni Toti che potrebbe avere molti proseliti in Calabria.

 

Un rinvio della data elettorale comporterebbe, sicuramente, un ulteriore logorio per la candidatura di Mario Occhiuto partita davvero con troppo anticipo ed esposta, almeno fin qui, più a critiche che ad applausi. Tanto che, anche all’interno della stessa Forza Italia calabrese, si iniziano a pensare soluzioni alternative sempre che il candidato governatore dovesse toccare agli azzurri.

Il rinvio sul piano regionale potrebbe poi avere effetto a cascata sul Comune di Reggio che chiude la consiliatura nel mese di novembre. In questo caso la decisione spetta al Ministero dell’Interno, ma se la Regione dovesse votare a febbraio potrebbe “richiamare” anche il voto al Comune dello Stretto. E del resto se a decidere dovesse essere Matteo Salvini pare evidente che non disdegnerebbe di avere qualche mese in più a Reggio per ricompattare le truppe del centrodestra, al momento ancora sparpagliate e con le idee molto confuse.


Riccardo Tripepi