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Il governatore Mario Oliverio sarebbe pronto ad annunciare un movimento autonomo, sempre dentro il Pd per affrontare con le mani libere la delicata fase che si sta aprendo nel partito.
Per il 13 febbraio il premier Matteo Renzi ha fissato la direzione nazionale, ma le correnti e i territori sono in piena fibrillazione. Soprattutto nel Meridione, dove il tonfo al referendum è stato più grave, i governatori hanno di fatto aperto uno scontro con i renziani. Emiliano vuol candidarsi al congresso, mentre De Luca e Crocetta sono pronti ad annunciare propri movimenti autonomi.
E sarebbe questa la via scelta anche da Oliverio per come spiegato allo zoccolo duro della squadra che lo segue da sempre. Nel progetto, ancora da definire nei dettagli, rientrerebbero i deputati Enza Bruno Bossio e Bruno Censore, i consiglieri regionali Sebi Romeo e Michele Mirabello oltre al coordinatore provinciale del partito a Cosenza Luigi Guglielmelli.
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Si tratta ovviamente di un progetto in itinere che ha l’obiettivo di affrontare in piena autonomia il processo di riorganizzazione del partito. Senza schierarsi né con Renzi né con la sinistra di Bersani e Speranza che rimane in Calabria rappresentata da Nico Stumpo e Doris Lo Moro. Sulle decisioni di Oliverio avrebbe influito anche la mancata nomina a commissario della Sanità per come era stato preventivato dopo l’inserimento di una specifica norma nella legge di stabilità durante lo scorso mese di dicembre.
La richiesta di Oliverio sul punto è stata assai vemente all’inizio dell’anno ma ha trovato la ferma opposizione del ministro Lorenzin. Del resto anche in Campania la vicenda è andata in maniera assai simile con uno scontro assai acceso tra il presidente della Regione e il governo proprio per la mancata attivazione della norma e la conseguente nomina di De Luca commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario.
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Bisognerà adesso capire le caratteristiche più precise del progetto politico, che sicuramente si colloca a sinistra, e il numero delle adesioni che arriveranno. La strada, però, sembra al momento l’unica per poter provare a non rimanere stritolati all’interno di un renzismo che in Calabria non è mai decollato e che è sembrato di facciata durante la campagna elettorale per il referendum.
La decisione non sembrerebbe essere particolarmente positiva per il segretario regionale Ernesto Magorno che sull’abbraccio, tardivo, con Oliverio ha contato fin qui per rimanere costantemente in sella nonostante le ripetute sconfitte elettorali, a partire da quella assai dolorosa rimediata alle ultime comunali di Cosenza.
Mettendo in piedi un’operazione del genere Oliverio, dunque, non sarebbe vincolato a nessuna corrente in un momento in cui gli equilibri e i rapporti di forza sono assai precari e potrebbe riprendersi spazi appropriati all’interno del Pd anche in vista del congresso e delle politiche.
Riccardo Tripepi