"Lande desolate” e “Passpartoutcome minimo comune denominatore. Le inchieste che hanno risucchiato la politica calabrese nella bufera potrebbero frenare la corsa dei due Mario alla presidenza della Regione. Oliverio, governatore uscente autoricandidatosi su cui potrebbero pesare anche gli esiti dell'indagine sui teatri, di fatto non ha più il sostegno delle alte sfere romane del Partito democratico. Il segretario Zingaretti ne difende l’integrità, ma auspica- senza mezzi termini - «un rinnovamento».

Come dire: il Partito democratico deve cambiare. D’altro canto, ancor più che le accuse formulate dal pool di Nicola Gratteri verso Oliverio, pesano sul presidente uscente i dissidi interni che hanno provocato una diaspora di consiglieri regionali verso il centrodestra, oltre che la desolante immagine che la Regione Calabria, anche in questi ultimi anni, ha offerto a livello nazionale.

 

Occhiuto, dal canto suo, è interessato ad altre due delicate inchieste, quella che lo vede coinvolto a Roma e che ha come figura cardine l’ex ministro Corrado Clini, e quella istruita a suo carico dalla Procura di Cosenza per bancarotta fraudolenta. Anche nel caso del sindaco bruzio, sul quale la convergenza di Forza Italia in Calabria è ampia ma non totale, ancor di più pesano logiche e alchimie della politica. Fratelli d’Italia, dal canto suo, continua a spingere per Wanda Ferro. Una scelta ritenuta credibile e, soprattutto, possibile in sede romana. Una figura politica di prestigio, una donna sulla quale non gravano ombre di carattere giudiziario. E il centrosinistra? Chi dopo Oliverio?