L’Assemblea ha discusso una proposta del Pd sull’istituzione dell’Osservatorio regionale sui cambiamenti climatici. Sul tema si è innescato il dibattito
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All’indomani della giornata internazionale contro la violenza sulle donne il Consiglio regionale con il presidente Filippo Mancuso in testa, decide di dedicare non un minuto di silenzio in ricordo di una giovane donna che ha pagato con la vita il suo desiderio di libertà, ma - ha sottolineato Mancuso - «un minuto di riflessione per le donne italiane nel nome di Giulia Cecchettin, nella speranza che si possa passare dall’indignazione all’azione. Un minuto di riflessione - ha aggiunto Mancuso - cui è auspicabile che segua, da parte di tutti coloro che hanno il potere di introdurre mutamenti significativi, l’impegno ad estirpare alla radice una violenza uccide una donna ogni tre giorni».
Tra le novità che si registrano in questa seduta. Oltre al ritorno in aula dell’assessore Marcello Minenna, c’è da ricordare la prima in Consiglio regionale per Giuseppe Mattiani, fresco di passaggio da Forza Italia alla Lega, e il ritorno sugli scranni di Palazzo Campanella del dem Giovanni Muraca che dopo la sentenza di sostanziale assoluzione della Corte di Cassazione nell’ambito del processo Miramare in cui era stato condannato insieme al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha ripreso il suo posto sostituendo Antonio Billari.
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Cambiamenti climatici, il dibattito
Subito dopo aver osservato il minuto di riflessione, l’avvio dei lavori. Il dibattito, sui cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico, caldeggiato dal Partito democratico a seguito delle conseguenze tragiche del maltempo in Toscana ed Emilia Romagna, è stato accolto da Occhiuto e Mancuso che hanno posto la questione al primo punto all’ordine del giorno.
Il Pd però arriva in aula rilanciando, avendo in questi giorni confezionato una proposta di legge che prevede l’istituzione dell’Osservatorio regionale sui cambiamenti climatici. L’organismo che sarà realizzato senza costi aggiuntivi, avrà l’obiettivo – ha spiegato il capogruppo Domenico Bevacqua - di fornire alla politica e alle Comunità un quadro di indirizzo regionale per l'implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, analizzando le vulnerabilità e proponendo misure di adattamento per i singoli settori, definendo il crono-programma degli interventi e verificando lo stato di avanzamento e sull’efficacia degli stessi.
Per Pino Gelardi (Lega) serve una strategia nazionale e sovranazionale per affrontare compiutamente il problema della salvaguardia e dello sviluppo del patrimonio ambientale calabrese. Amalia Bruni (Pd) pone l’accento sul fatto che i cambiamenti climatici causano anche squilibri sociali, legando ai provvedimenti normativi le necessarie migliorie alla medicina di prossimità, e propone la stesura di un documento unico che metta nero su bianco ciò che pensa il Consiglio regionale della Calabria.
Ferdinando Laghi (deMa) ha ricordato che quasi il 10% della popolazione italiana è a rischio idrogeologico, e che in 9 regioni, tra cui la Calabria, il 100% dei Comuni è a rischio idrogeologico. La sua ricetta è affidarsi alle fonti di energia alternativa, incentivando l’uso del solare termico, la mobilità sostenibile, l’acquisto di auto elettriche con l’esenzioni del bollo, l’uso del trasporto pubblico, promuovere il verde urbano, sostenere l’agricoltura biologica, riducendo al massimo il cibo spazzatura e proponendo cibo a “chilometro 0” nelle mense scolastiche e non solo.
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Occhiuto: «Cultura ambientale è ancora considerata di serie B»
A chiudere un dibattito per nulla partecipato dalla maggioranza, è il presidente Roberto Occhiuto che si dice preoccupato, quando non piove, per via della siccità, e quando piove per il rischio idrogeologico. «Ciò che è cambiato induce ad un supplemento di attività. Una delle prime cose fatte all’insediamento è stato convocare i sindaci per parlare delle attività di Protezione civile sul territorio. Tra le varie riforme tengo molto proprio a quella della Protezione civile, che in molti ci invidiano. Sarebbe colpevole che non fosse così perché la Calabria è esposta a fenomeni avversi molto più di altre regioni. Il rispetto dell’ambiente è un elemento di sviluppo per la nostra regione. Ma se anche le istituzioni facessero tutto quello che devono fare – ha aggiunto - non sarebbe abbastanza perché il cuore del problema è l’antropizzazione degli ultimi decenni. Laddove non c’è più l’uomo nei comuni interni del nostro territorio non c’è più nessuno che si occupa della cura del territorio. Certo ci sono anche atteggiamenti colpevoli dell’uomo con il consumo del suolo negli anni passati».
Occhiuto mostra di accogliere di buon grado le proposte che vengono dalle minoranze ma si aspetta anche che venga riconosciuto il merito della Regione. Il riferimento è la lotta all’abusivismo edilizio. «Abbiamo un settore, quello della forestazione – ha aggiunto - spesso oggetto di ironie da parte di chi non capisce quanto sia importante la forestazione, dobbiamo puntare nei prossimi anni investendo sulle risorse umane».
Occhiuto parla anche di «un cambio di passo» anche nella spesa per ridurre il dissesto idrogeologico in Calabria, con un numero di contratti pubblici per attività legate alla mitigazione del rischio più alto del 525%: «La Calabria è la prima regione per spesa nelle risorse Fsc (Fondo sviluppo e coesione) in questo ambito» dice, ammettendo che tanto ancore c’è da fare, anche per via del fatto che a queste latitudini la «cultura ambientale» è ancora considerata una cultura di serie B o C.