Si inasprisce il livello dello scontro tra il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ed il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra. Il primo cittadino di Palazzo dei Bruzi non ha mandato giù le parole di biasimo utilizzate dal senatore pentastellato all’indomani della cerimonia di insediamento del nuovo presidente provinciale di Confindustria Fortunato Amarelli e indirizzate al leader nazionale dell’associazione Vincenzo Boccia: «Ho difficoltà e non mi siedo con soggetti che non solo sono indagati ma anche prescritti, e hanno sul capo la richiesta di rinvio a giudizio». Parole lapidarie, riferite evidentemente proprio ad Occhiuto, oltre che al presidente della Regione Mario Oliverio.

La lettera alle massime cariche dello Stato

Sull’episodio il sindaco del capoluogo bruzio ha inviato una lettera di condanna al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera Roberto Fico ed al Vicepresidente del Csm David Ermini: «Mi permetto di scrivere alle loro autorevolissime personalità istituzionali per denunciare come un prestigioso organismo dell’apparato costituzionale, nello specifico la Commissione Nazionale Antimafia, venga vilipeso per infimi, personalistici, interessi di bottega da parte chi lo presiede – si legge nella missiva - Il senatore Nicola Morra, difatti, ossessivamente spinto verso l’aggressione e la denigrazione gratuita, non manca di utilizzare il suo ruolo, non solo per gli scopi sopra citati, ma addirittura al fine di pilotare e indirizzare attività giudiziarie delle Procure della Repubblica contro i suoi avversari politici. Si pensi alla clamorosa circostanza di qualche giorno addietro, in relazione alla quale il senatore Morra, invitato a un convegno di Confindustria, affermava di non parteciparvi a causa della contestuale presenza mia, nella qualità di Sindaco di Cosenza, e di Mario Oliverio, nella sua qualità di Presidente della Regione Calabria, quali soggetti annoverabili nella categoria degli indagati ma anche prescritti».

Storie da vecchio Sudamerica

Occhiuto poi ritorna sul caso della intercettazione ambientale raccolta da Morra nel salotto della propria casa in cui aveva invitato Giuseppe Cirò, coindagato insieme ad Occhiuto nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi. «È ormai notorio – si legge ancora nella lettera - come il senatore Morra convocasse, presso la sua abitazione privata, un soggetto, questo sì indagato, poiché da me denunciato e, pertanto, rancoroso nei miei confronti dello scrivente, per operare, raccogliendo, a insaputa del soggetto stesso, a mezzo registrazione su supporto informatico, vere e proprie sommarie informazioni testimoniali accusatorie nei miei confronti, senza che lo stesso senatore sia in qualche modo parte interessata, né diretta né indiretta, del procedimento penale afferente al soggetto convocato presso la propria abitazione. Ma, soprattutto, senza averne alcuna competenza. Sembra una storia di vecchio Sudamerica, di quando si organizzavano attività processuali artefatte per sconfiggere i nemici politici, mentre in realtà è una tristissima e recentissima storia italiana sulla quale invoco il loro autorevole intervento».