Il provvedimento sarà incluso del Decreto Sud che il Consiglio dei ministri dovrebbe licenziare nella prossima seduta del 7 settembre. Crescerà la competizione tra le regioni meridionali
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Lo schema è quello che abbiamo già visto per Cutro. Dopo la visita della premier Giorgia Meloni a Caivano, il Governo pensa a un decreto costruito a caldo per il Sud. Il prossimo 7 settembre ci sarà la seconda riunione del Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva e il vertice sarà tutto dedicato a licenziare un “Decreto Sud”. La norma conterrà diverse previsioni, soprattutto in termini di sicurezza e contrasto alla criminalità giovanile, ma anche una serie di misure economiche a sostegno del Mezzogiorno.
La più importante, certamente quella che riguarda più da vicino la Calabria, è l’istituzione della Zes unica per tutto il Mezzogiorno in luogo delle otto Zes attuali, una per regione. Visti i tempi attuali, ci riferiamo in particolare ai disastri che ha lasciato il superbonus nei conti dello Stato, il problema è come finanziare la decontribuzione estesa a tutto il Sud. Sotto questo aspetto il Governo avrebbe deciso di stanziare 1,5 miliardi di incentivi l’anno sulla base di un piano triennale. Il coordinamento degli investimenti è affidato ad una cabina di regia di cui fanno parte diversi ministri, a partire da quello per il Sud, i presidenti di Regione e inoltre possono partecipare anche amministratori locali o portatori di interesse collettivi. La Cabina di regia avrà un ruolo fondamentale perché dovrà diversificare gli interventi a seconda delle differenti vocazioni dei territori.
Ci sarà anche un unico sportello digitale per il rilascio dei vari permessi e nulla osta che sostituirà quelli oggi esistenti e avrà sede presso il Dipartimento della Coesione di Palazzo Chigi. Tutto questo significa che i sette commissari attuali che gestiscono le varie Zes resteranno in carica il tempo necessario per l’entrata in vigore della Zes unica che nel decreto dovrebbe essere fissata nel primo gennaio 2024.
Insomma si prospetta una vera e propria rivoluzione che comporta il fatto che tutte le regioni del Meridione sono messe su un piano di parità e quindi, inevitabilmente, si creerà concorrenza fra le aree nell'attrazione e localizzazione di investimenti. Su questo c’è da augurarsi che la Calabria faccia la sua parte.
A confronto | Zes Calabria e Zes Campania: stesso commissario ma risultati diversi, ecco perché
Abbiamo già scritto della differenza di risultati fra la Zes campana e quella calabrese, nonostante gli strumenti siano identici e anche la governance (entrambe hanno come commissario l’avvocato Giusy Romano). Questo comporta un surplus di riflessione della nostra classe dirigente che deve evidentemente dialogare con il Governo cercando di mettere in luce quelle che sono le peculiarità della Calabria. Una su tutte: quello che in gergo si definisce “prato verde” ovvero la grande disponibilità, rispetto ad altre regioni, di spazio. La cosa può essere particolarmente attrattiva per le grandi imprese di logistica (a lungo si era parlato di un interessamento di Amazon su Gioia Tauro). Ma lo spazio libero da solo non basta, deve essere accompagnato dall’offerta di servizi a monte e a valle della produzione industriale. Ci riferiamo alla possibilità di fornire materia prima e soprattutto risorse umane. Questo potrebbe essere un altro nostro punto di forza vista la presenze delle tre università. Insomma il Governo chiama la Calabria ad una sfida complessa e questa volta non centrarla significherebbe diventare il Sud del Sud.