Che c’entrano le vittime della frana di Casamicciola, sull’Isola d’Ischia, e i soldi per l’ammodernamento della 106? Nulla e tutto. Quando a fare di conto è la politica, quella costantemente in cerca del vento giusto per gonfiare le vele della propaganda, anche la matematica diventa un’opinione. Così, pure l’assioma scientifico più ovvio viene piegato alle esigenze di una campagna elettorale infinita.

Che c'azzecca Salvini?

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica italiana, ieri è stato protagonista dell’ennesimo cortocircuito informativo. Incapace di scindere il suo ruolo istituzionale da quello politico, il Ministro ha sparato una cifra che nell’immediatezza della tragedia campana è stata (legittimante) rilanciata dalla stampa: «I morti accertati a Ischia sono 8», ha detto Salvini ieri mattina ai cronisti mentre stava partecipando all’inaugurazione della linea M4 della metro di Milano. Le penne sui taccuini annotano, le telecamere e i microfoni registrano. Otto morti. Nelle redazioni, compresa la nostra, l’informazione viene trattata per quello che è: una notizia fornita da fonte autorevole. Lo ha detto il Ministro.

Smentito dal collega ministro

I titoli vengono scritti e pubblicati. L’angoscia per l’ennesima tragedia del dissesto idrogeologico italiano si arricchisce di una certezza: il numero delle vittime. Otto. Ma, a quanto pare, è solo un’opinione, che viene smentita a stretto giro prima dal prefetto di Napoli e poi dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. «Non ci sono morti accertati», spiega il titolare del Viminale, aggiungendo di essere «in stretto contatto con la presidente Meloni». «È una situazione molto grave, in evoluzione e che è da seguire», aggiunge. Nelle redazioni bisogna scegliere a chi credere. Inevitabile convergere sulle informazioni di Piantedosi. Salvini viene archiviato come il “solito Salvini”.

Miliardi con la pala e verità col cucchiaino

Nella routine di una giornata passata a fare il giornale, la matematica diventa un’opinione (politica) anche nei miliardi che il Governo avrebbe destinato all’ammodernamento della Statale 106, un cimitero d’asfalto rattoppato che continua a seppellire vittime in Calabria da tempo immemorabile. L’ultima appena due giorni fa: una ragazza di 24 anni morta dopo un anno di agonia. Nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2021 l’auto su cui viaggiava si schiantò contro un altro veicolo sulla 106, che non è una strada, ma un pallottoliere del dolore. Quasi mille morti in 25 anni. Una guerra non dichiarata ma combattuta quotidianamente, con comitati e associazioni che urlano la propria frustrazione ogni giorno.

Ma secondo la matematica di Salvini è tutto ok: arrivano 3 miliardi di euro. In 15 anni, però. La nuova 106 si farà. Quando? Quisquilie. Stai a vedere il capello. Ok, ma quando? Nel 2037, se tutto bene va bene. Anche se in Italia, si sa, quello che si decide oggi non vale domani. Numeri che sbattono contro la consapevolezza di un popolo allenato alle bugie. Per il 2023 e il 2024 ci sono solo 100 milioni di euro in Finanziaria. Poi se ne parla. E se cambia il governo? Che ce frega, basta annunciare, piantare la bandierina, portare a casa il risultato, anche se non c’è. E condire il tutto con dichiarazioni roboanti: «Un risultato storico dopo anni di richieste inascoltate», parola del leader della Lega, nonché Ministro, nonché Vicepremier.

Occhiuto usa lo stesso pallottoliere di Salvini

Ok, si potrebbe obiettare, l’ha detto Salvini e, dunque, chi ci crede? Ci crede, o mostra di farlo, il presidente Occhiuto, che decide di assecondare il racconto (e l’aritmetica approssimativa) dell’alleato di governo: «Un risultato epocale», lo definisce il governatore. A patto di vivere abbastanza per vederlo compiuto. Quando nel 2037 la Ss 106 sarà finita, sempre che tutto vada come scritto nella manovra finanziaria di 15 anni prima, in altre parti del mondo viaggeranno su treni a levitazione magnetica, avranno autostrade costruite sul fondo del mare, hotel in orbita spaziale, autobus e taxi volanti. Noi invece taglieremo un nastro tricolore con il vescovo e i carabinieri col pennacchio per inaugurare una strada a due corsie di marcia. Non male. Malissimo.

Strade e ponti, il migliore dei mondi possibili

Ma non è solo la (nuova) 106 a lasciare perplessi nella matematica salviniana. C’è anche il sempreverde Ponte, testimone costoso e silente di decenni di promesse mai mantenute. È già costato 300 milioni di euro - tra progetti, cause e cazzeggio istituzionale - ma neppure la prima pietra c’è. Dunque un minimo di cautela sarebbe d’obbligo. E invece il Ministro alle Infrastrutture non ha remore a dire che il Ponte è praticamente cosa fatta. Occhiuto fa da sponda: «È il momento buono».

«’Nu pinguinu a Bovalinu»

Intanto a Bovalino, comune della città metropolitana di Reggio Calabria, un paio di pescatori ostentano sui social una rarissima gazza di mare presa all’amo. E, invece di rammaricarsi dello scempio, urlano felici: «Pazzesco, ’nu pinguinu a Bovalinu». E nenti, chisti simu. Ovvio che poi ci freghino con conti che non tornano mai.