Conferenza stampa della premier Giorgia Meloni organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare.
La presidente del Consiglio ha preso posto nell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera per l'appuntamento tradizionale a cui sono accreditati 160 giornalisti.
Al Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti sono giunte 95 richieste per porre la domanda alla presidente del Consiglio e ne sono state sorteggiate 40, fra cui quattro estere, la greca Ert Tv, The Times di Londra, Politico di Bruxelles e Rossiya Segodnya di Mosca.
In platea, fra gli ospiti istituzionali, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

«Non sono un limite per la libertà di stampa o per la democrazia»

«Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa o per la democrazia», ha detto Meloni.
«Mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l'idea che il governo intenda comprimere i diritti per la stampa e l'opera attenta di sostegno al settore svolta dal sottosegretario Barachini», perché «tutto quello che fa Barachini è una scelta del governo e non del sottosegretario» , ha aggiunto.
«Sento dire che io non risponderei spesso alle domande dei giornalisti. Ho fatto fare un calcolo: ho risposto nel 2024 a 350 domande, più di una al giorno».
«Ho fatto la scelta di non fare conferenze stampa al termine delle riunioni del consiglio dei ministri» per dare spazio ai ministri nelle rispettive sfere di competenza, perché «Giorgia Meloni non è sola al governo».
«Mi capita sempre più spesso di trovare virgolettati sui giornali, dichiarazioni che non solo non ho mai detto e pensato ma spesso vengono riportati fatti non avvenuti. Mi piacerebbe che da qui provassimo a ripartire con un piede diverso: io assicuro rispetto, ancora di più rispetto per il vostro lavoro e mi permetto di chiederlo a voi".

«Sulle ordinanze cautelari non limitiamo l'informazione».
«Il disegno di legge sulla diffamazione non lede il diritto dell'informazione»

«In attuazione della direttiva europea del 2016 che riguarda il pieno rispetto della presunzione di innocenza, il Parlamento ha delegato il Governo ad approvare un decreto legislativo secondo cui non può essere pubblicata per intero o per estratto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. È consentito al giornalista di avere l'ordinanza, si chiede al giornalista di una fare sintesi. Si può continuare a dare notizia dei fatti di cronaca rilevanti, si chiede di non fare copia e incolla dell'ordinanza perché sono contenuti dati sensibili e stralci di intercettazioni. Non c'è nessuna limitazione del diritto di informare e essere informati. E il governo non ha ritenuto di inserire pene per chi dovesse violare le prescrizioni».
Il disegno di legge in discussione in Senato di iniziativa di Fdi sulla diffamazione a mezzo stampa «non lo si può definire un tentativo di limitare la libertà di stampa», ha spiegato Meloni.
«Su una legge che porta il mio nome (per introdurre l'equo compenso per i giornalisti, ndr) non posso che essere d'accordo, c'è al ministero della Giustizia un osservatorio insediato e operativo anche con le associazioni dei giornalisti. Io sono assolutamente favorevole e a disposizione, ci sono alcuni Ordini che hanno dato attuazione alla norma. Quindi sono favorevole e a vostra disposizione».

«Sul caso Sala triangolazione con Usa e Iran».
«Su Abedini dialogo con gli Usa, il lavoro non è finito ieri»

«C'è stato un lavoro di triangolazione diplomatica con Iran e Usa per quello che riguarda una svolta nel caso, non direi che c'è stato un momento di svolta perché la questione è stata seguita dall'inizio. Le interlocuzioni con l'Iran sono di natura diplomatica e di intelligence, il governo è tenuto alla riservatezza in questi casi. Mantovano è stato al Copasir ed è pronto a tornare nel caso in un'ulteriore audizione, ricordiamo che in Iran sono presenti altri 500 italiani e bisogna essere molto cauti».

«Ieri è stata una bella giornata per l'Italia intera, per il sistema Italia per le tante persone che ci hanno lavorato, una bella giornata per me e vi farò una confessione – ha aggiunto Meloni –: tra le molte cose che accadono quando si ricopre un incarico complesso come il mio posso dirvi che non ho provato un 'emozione più grade in questi anni rispetto a quando ho detto alla madre di Cecilia che sua figlia tornava a casa. Voglio condividere con voi questo e ringraziare i tanti che hanno permesso che questo accadesse».

«Per quello che riguarda Abedini il caso è al vaglio del ministero della Giustizia, c'è un vaglio tecnico e politico, e secondo il trattato con gli Stati Uniti. È una vicenda che bisogna continuare a discutere con gli amici americani: avrei voluto parlarne con Biden, che ha dovuto annullare il viaggio e a cui mandiamo la nostra solidarietà. Le interlocuzioni ci sono e ci saranno: il lavoro ancora complesso non è terminato ieri e penso si debba discutere nei dettagli nelle sedi opportune».

Il caso Space X

«Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e continuino ad essere discusse anche dopo essere state smentite, come il contratto smentito con SpaceX», «usare il pubblico per fare favore agli amici non è mio costume», «io valuto l'interesse nazionale. E non ho mai parlato personalmente con Musk di queste vicende», ha spiegato la presidente del Consiglio.
«Neanche io personalmente ho le idee chiare si questa vicenda, si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate, parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato per questo lavoro, perché non ci sono alternative pubbliche».
«L'Italia e l'Europa non sono arrivate in tempo a immaginare tecnologie pubbliche che fossero in grado mettere in sicurezza queste comunicazioni. Oggi ci si sta lavorando, domani magari ci saranno soggetti pubblici in grado garantirle. L'alternativa – ha continuato – non è un soggetto pubblico, ma è non avere la protezione di questi dati. Questo in un dibattito serio sarebbe il tema, ossia quale è lo scenario preferibile. Io sono laica su questo dibattito, però devo porre la questione, perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, il governo è responsabile: non posso fare finta che il problema non esiste».
«Non è la prima volta che accade» che si discuta di affidare ad un privato un servizio delicato come quello delle comunicazioni che potrebbero essere affidate a Starlink. «Lo stesso problema ci fu per il data center. Ma quando ciò venne affidato a Microsoft nessuno si è stracciato le vesti. Allora il problema sono le idee di Musk. Io non faccio favori ad amici ma non accetto che si attacchi una lettera scarlatta» a Musk.
«SpaceX ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all'estero, che sono molto delicate. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità. Decine di aziende si propongono per cose più disparate, poi si fa l'istruttoria, e se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti. In questo caso gli ambiti con cui confrontarsi sono molti, dal Consiglio supremo di difesa fino al Parlamento. Ma siamo nella fase istruttoria, non capisco tutte le accuse che sono state rivolte».

«Alle prossime elezione vorrei arrivare con il premierato»

«Io vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato ed una legge elettorale tarata su questo. Penso che la questione sia materia di competenza parlamentare, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo ci si interrogherà se questa legge elettorale sia la migliore o no», ha aggiunto poi la premier.

Il prefetto Rizzi nuovo capo del Dis

Il prefetto Vittorio Rizzi sarà il nuovo capo del Dis. La nomina sarà formalizzata in Consiglio dei Ministri. «Vi confermo che abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi attuale vicedirettore Aisi che prenderà il posto di Elisabetta Belloni», ha detto la premier. «Un funzionario dello Stato di primo ordine e chiaramente la nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi», ha aggiunto Meloni che ha citato gli «straordinari risultati operativi» raggiunti da Rizzi in vari ruoli ricoperti e «che sono apprezzati sia dentro che fuori i confini nazionali».

«La Cassazione ci dà ragione, centri in Albania pronti»

«A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo», in quanto dicono che «che spetta al governo stabilire i Paesi sicuri». Meloni ha assicurato che i «centri in Albania sono pronti ad essere operativi». Poi, «lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60%, negli ultimi anni giorni sono quasi azzerati», ma «i centri per quanto ci riguarda sono pronti ad essere operativi». Parlando della sentenza della Cassazione Meloni ha argomentato: «Conseguentemente il giudice non può sistematicamente disapplicare il trattenimento dei migranti che arrivano da quei paesi, ma può motivare il caso specifico. Che è una cosa completamente diversa da quello che hanno fatto i magistrati del tribunale di Roma che non entrano nel merito del singolo caso».

«Sulla Groenlandia Trump manda messaggi ad altre potenze»

«Su Groenlandia e Panama, mi sento di escludere che gli Stati Uniti nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori. Noi abbiamo già visto Trump presidente degli Usa, siamo di fronte a una persona che quando fa una cosa la fa per una ragione. Penso che le sue dichiarazioni siano più un messaggio ad alcuni altri grandi player globali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi». Meloni risponde a un giornalista che le ha domandato anche se si recherà a Washington per l'insediamento di Donald Trump. «Facciamo che rispondo a una domanda per ciascuno, altrimenti non riusciamo», ha replicato Meloni, prima di sottolineare che «il canale di Panama fu costruito a inizi del '900 dagli Stati Uniti, ed è fondamentale per il mercato mondiale e per gli Usa. La Groenladia – ha continuato – è un territorio particolarmente strategico, ricco di materie prime strategiche: sono territori su cui negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescente protagonismo cinese. Per il Canada si potrebbe fare un ragionamento simile».
«La mia idea è che queste dichiarazioni» di Trump «rientrino nel dibattito a distanza fra grandi potenze. Un modo energico – ha osservato – per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone di interesse strategiche per gli Stati Uniti e, aggiungo io, per l'Occidente. Mi confronterò anche con i miei omologhi dell'Unione europee nelle prossimi ore, ma questa a me pare la questione».