I dazi e tanto altro: il talk politico analizza le relazioni complicate tra Usa e Italia e i tentativi di formazione del campo largo. Torna in tv l’ex presidente della Regione Spirlì che elogia il tycoon al timone degli States: «Può andare sulla Luna senza razzo»
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Mentre la Meloni sbatte le ciglia verso Washington, Trump minaccia dazi senza fare “manco un plissè”, come cantava l'indimenticabile Enzo Jannacci. Salvo poi metterli nel congelatore per 90 giorni, per evitare il crollo delle borse. Musk si fa una gita virtuale al Congresso della Lega ma l’America non ci fila manco di striscio. Nel frattempo, Conte e i suoi evitano le avances (poco credibili) del Pd, come si evita un ex un po’ troppo appiccicoso. Nessuno ama l’Italia più di quanto l’Italia ami se stessa: questo il tragicomico scenario nel quale si muove la nuova puntata di Perfidia, dal titolo più che mai azzeccato, visto il momento storico che siamo chiamati ad affrontare: Straziami ma di baci Sdaziami (clicca qui per rivedere la puntata).
Giorgia e il sogno americano
C'è chi per amore fa pazzie, e poi c'è Giorgia Meloni che, nel disperato tentativo di tenersi buoni gli Stati Uniti, ha trasformato le relazioni internazionali in un episodio di Uomini e Donne. Occhioni dolci, dichiarazioni filo-americane degne di un cheerleader del Texas. Eppure Trump, tornato ad affacciarsi come uno zio scomodo al pranzo di Natale, non ha ricambiato. Anzi... tributi alla dogana a go-go e zero cuoricini! E adesso sono dazi amari per tutti. Perché l’America, si sa, non regala nulla. Mentre noi ci illudiamo che basti un po’ di mascara geopolitico e qualche genuflessione diplomatica per guadagnarci trattamenti di favore, da Washington arrivano solo frecciatine, e nemmeno troppo velate. È come quando inviti uno a cena e lui... ti presenta pure il conto. A parlare di questa preoccupante situazione, nel consueto girone infernale allestito da Antonella Grippo, l'abituale gruppo di ospiti: Nino Spirlì (già Presidente di Regione Calabria, alla sua prima uscita pubblica dopo le sue traversie di salute, coraggiosamente sbeffeggiate sui social), la pentastellata Vittoria Baldino, il Vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, Antonello Talerico (Forza Italia), il giornalista Ugo Floro e la deputata Ylenia Lucaselli di Fratelli d'Italia.
Fuochi d'artificio, soprattutto da parte delle donne
Per Spirlì che elogia Trump – definito «un uomo che può andare sulla Luna senza prendere il razzo», Floro definisce la von der Leyen con «il carisma di una cartella esattoriale», mentre Talarico riconosce a Trump «la dimostrazione di quanto debole sia l'Europa». Perfidia, come di consueto, non risparmia botti, frizzi e lazzi, con la veemente Baldino che non si mostra per nulla d'accordo con il «pacifismo calcolato» della sua compagine, come viene definito dalla destra. La Picierno scherza sulle svariate critiche mosse nei suoi confronti e - con stile - sulla politica del Pd, glissando abilmente sulla Schlein. Insomma... come al solito, tutti contro tutti!
Elon Musk ospite della Lega: una comparsata e via
Mentre Giorgia spera ancora nel suo sogno a stelle e strisce, ecco che sbuca Elon Musk al Congresso della Lega. Un’apparizione che ha fatto sognare Salvini come un adolescente al concerto dei Maneskin. Foto, sorrisi, promesse vaghe. Ma basta davvero un genio miliardario in camicia per far credere che l’Italia sia al centro dei piani della Silicon Valley? No. Musk è un imprenditore, non Babbo Natale. È passato virtualmente per Firenze come un turista con la Tesla parcheggiata in seconda fila, con un po’ di hype per la stampa. E mentre i leghisti festeggiavano, Washington continuava a ignorarci con l’eleganza tipica di chi ha di meglio da fare.
Conte e il Pd: baci mai dati
Nel frattempo, Giuseppe Conte gioca a fare il fidanzato difficile. Il Pd ci prova, lo corteggia, manda segnali come un liceale che scrive "Ti amo" sul diario... ma niente. Conte non si lascia commuovere dalle moine dem. Anzi, preferisce la compagnia di una piazza confusa ma fedele, piuttosto che infilarsi in un abbraccio ambiguo con Elly Schlein e soci. Il flirt tra grillini e democratici è il classico “ci frequentiamo ma non è ufficiale”, con una tensione da soap opera anni 90. Ma Conte, che ormai si è ritagliato il ruolo del “leader di lotta”, non ha alcuna intenzione di farsi straziare il cuore da un partito che cambia continuamente direzione.
Italia: tanto amore sprecato
Alla fine della fiera, il messaggio è chiaro: nessuno ci ama davvero. Gli americani ci tollerano, ma solo se stiamo buoni e compriamo i loro giocattoli tecnologici. I grandi della Silicon Valley ci usano per le foto ricordo. E in casa, l’amore tra partiti è roba da telenovela stanca. Forse dovremmo smetterla di sbaciucchiare chiunque ci lanci uno sguardo, iniziando a farci desiderare un po’ di più. Perché nel grande teatro della politica internazionale, che Perfidia percula con dissacrante piglio, l’Italia sembra quel personaggio secondario convinto di essere protagonista. Solo che nessuno gliel’ha detto.