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Parente aveva avviato i ricorsi contro Mangialavori sostenendo la sua incandidabilità, per via del ruolo di direttore sanitario alla Salus Mangialavori, diretta dalla madre, solo formalmente secondo il primo dei non eletti nella lista della Casa della Libertà. Mangialavori ha sempre respinto le accuse di Parente e si è affidato Corte d'Appello di Catanzaro e Cassazione, che entrambe le volte hanno accolto la tesi del consigliere regionale. Parente è stato anche condannato a pagare le spese processuali per circa 7 mila euro.