Previsioni semiserie sul futuro delle principali forze regionali. Da Forza Italia al Pd, dal M5s alla Lega: pianeti contro e congiunzioni favorevoli (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il 2022 della politica è ormai sperso nella galassia del tempo. È quindi arrivato il momento dell’oroscopo 2023, che permetterà di intravedere i fantasmagorici piani che le stelle hanno in serbo per i principali partiti calabresi.
La stella spenta di Forza Italia
Il 2022 è stato un anno luccicante, quasi come una supernova: approfittando delle distrazioni di Marte, Forza Italia ha centrato un risultato elettorale megagalattico, ancor più sorprendente perché nel resto d’Italia Berlusconi è riuscito a raccogliere solo polvere di stelle. Nel 2023 la luce continuerà certamente a illuminare il cammino dell’astronauta azzurro più importante di tutti, Roberto Occhiuto. Ma la sua potrebbe rivelarsi come una missione a tempo: il momento di cercare un partito meno simile a un meteorite potrebbe arrivare presto. Fi continua a perdere consensi in tutto il Paese e il suo destino è indissolubilmente legato a quello del suo leader ultraottantenne. In Calabria si continua a vedere la luce di una stella che potrebbe essere già morta.
Sotto il segno di Giorgia
Sotto il segno di Giorgia (Meloni) tutto è possibile. Anche che un partito quasi privo di classe dirigente ottenga un risultato a doppia cifra alle ultime Politiche, seppur nettamente al di sotto della – stratosferica – media nazionale. I sondaggi dicono che Fratelli d’Italia continua a crescere a ritmi spaziali, ma nel 2023 questa entropia potrebbe arrestarsi a causa della fatica del governare, cui potrebbe seguire un calo del gradimento del primo partito del firmamento politico. I fratellisti devono stare attenti agli effetti potenzialmente negativi che potrebbero irradiarsi dalle Regionali lombarde e laziali. Una lieve flessione su scala nazionale in Calabria potrebbe trasformarsi in un piccolo big bang.
Il M5s e i buchi neri
Di stelle ne hanno ben cinque nel simbolo. Una piccola galassia autonoma che, nel 2022, ha esercitato un’attrazione irresistibile sulle paure dei percettori del reddito di cittadinanza, chiamati al voto di massa per difendere un sussidio che, nel microcosmo calabrese, spesso è la navicella che salva dai buchi neri.
Il 2023 sarà un anno decisivo: I pentastellati potranno continuare a godere di salute e fortuna, ma solo se sapranno riorganizzarsi al più presto dopo le dimissioni del coordinatore Misiti, se riusciranno a radicarsi davvero nei territori e se avvieranno un’opposizione intransigente rispetto all’astro, ormai permanente, della politica calabrese. Quell’Occhiuto che, a parere di certe comete grilline, sarebbe il miglior presidente di sempre. Il solo, vero, rocketman della regione.
Il Pd e i capricci di Venere
Finora, Venere non è stata buona con il Pd calabrese. Dopo un congresso lungamente atteso, e per certi versi storico, i dem hanno trovato sorprese amare nelle urne. È la riprova che il partito regionale – così come quello nazionale – per ora non gode del favore delle stelle. Il 2023 sarà quindi un anno di duro lavoro per il Pd, chiamato, ancora una volta, a schierarsi: con Bonaccini o con Schlein? Gli oroscopi del passato dicono che il partito regionale non si è mai posizionato nel lato oscuro della luna. I democratici, qui, sono sempre stati in grado di individuare per tempo gli Armstrong di turno: Bersani, Renzi, Zingaretti, Letta… Quest’anno, quindi, daranno fiducia a Bonaccini, già eletto man of the moon 2023. Sperando che Venere non si metta ancora di traverso.
La Lega contro
Non solo Saturno contro. Nel 2022 la Lega calabrese ha dovuto fare i conti pure con un Giove più incazzato del solito, un Mercurio permaloso e un Plutone particolarmente dispettoso. Flop elettorali e partito diviso in decine di feudi locali: le stelle sono state a guardare un partito a un passo dall’autoannientamento. Il 2023 sarà certamente un anno migliore, anche perché fare peggio non è possibile. La Lega, in Calabria, potrà tornare a godere di buona salute solo se saprà ricompattarsi e, al tempo stesso, farsi garante di un’autonomia differenziata in grado di non accentuare le già siderali distanze tra Nord e Sud, oggi due universi già totalmente disallineati.