Dopo due anni e mezzo di silenzio il neo deputato dà la sua versione dei fatti sul seggio conteso e strappato al M5S dopo i ricorsi vinti: «Lunare pensare a una manomissione delle schede elettorali, contro di me solo offese gratuite ma vado avanti e penso a una proposta di legge per rivedere la legge elettorale»
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Il ritorno in Parlamento di Andrea Gentile non è passato di certo inosservato. Il video con l’intervento in aula dell’ex deputata del M5s, Elisa Scutellà, che gridava al microfono “Fate schifo” è diventato virale. Sabato prossimo Giuseppe Conte, con una nutrita pattuglia di parlamentari grillini, sarà a corso Mazzini (a Cosenza, ndr) per denunciare lo scippo di seggio e il sistema che lui definisce familistico. In tutto questo chiasso noi abbiamo provato a dare la parola al diretto protagonista della vicenda.
Onorevole Gentile, un seggio molto contestato il suo. Conte ha usato alla Camera termini molto duri...
«Sono una persona educata con un alto senso delle istituzioni e sono rimasto per due anni e mezzo in religioso silenzio nonostante gli insulti ripetuti dalla mia competitor, però non chino la testa di fronte alle offese e alle ingiustizie. Conte dimentica che mio padre è stato per ben tre volte uomo di Governo (nell’ultimo Governo Berlusconi del 2011 e nei Governi Renzi prima e Gentiloni dopo) e conosce benissimo le regole del gioco democratico. Non ha più voluto, deliberatamente, ruoli politici o partitici e dunque non vedo con quali poteri taumaturgici avremo potuto condizionare addirittura l’attività del Governo. Conte fa la faccia feroce ma sa bene che è difficile difendere l’indifendibile».
Quindi esclude ogni possibile interferenza e/o ingerenza….
«Con il mio ricorso ho vinto in tutte le fasi procedurali della vicenda, prima largamente nel Comitato di verifica poi in Giunta per le elezioni e da ultimo a larga maggioranza in Parlamento. Oggi con Forza Italia e gli altri partiti della coalizione esprimo il risultato più alto in tutti i collegi uninominali della Calabria. Un fatto che non appartiene alle opinioni ma alla realtà dei numeri e alla volontà popolare che è stata finalmente riconosciuta e ripristinata».
A chi ha dei dubbi sulle oramai famose schede bianche, divenute magicamente voti validi, lei cosa vuole dire?
«Che sono dubbi afferenti a ricostruzioni fantasiose e prive di ogni fondamento. Peraltro è gravissimo il comportamento dei 5 Stelle che lasciano intendere irregolarità in qualche fase delle operazioni. Ma poi quando sarebbero accadute? La procedura di riconteggio è rigorosa e trasparente i plichi erano perfettamente sigillati e nessuno ha mosso rilievi sulla loro integrità, compreso il M5S che era presente insieme ai rappresentanti di tutti i partiti e ai funzionari della Camera. E poi mi lasci dire perché la questione delle schede bianche è stata tirata in ballo soltanto ora quando il riconteggio è terminato lo scorso mese di luglio? Perché nei termini di cui al regolamento nessuna delle mie controparti ha agito tempestivamente presentando reclamo?».
Eppure si parla di dati anomali. La media delle schede bianche poi convalidate è del 3%, qui si è arrivati quasi al 10%...
«Nel mio caso sono stati applicati gli stessi criteri e le stesse identiche regole, quelle stesse identiche regole che ha voluto anche il Partito Democratico, estendendo la verifica al 100 per cento delle schede bianche e nulle, proprio perché non potesse residuare dubbio alcuno, considerato l’esiguo scarto con la mia competitor nonché la presenza di un elevatissimo numero di schede nulle e bianche. Di fatti, all’esito della verifica sono stati attribuiti 1.623 voti validi, assegnati proporzionalmente a tutti i partiti, compreso il M5S che ha recuperato ben 234 voti. Ho richiamato questi dati poiché riguardano casi di conclamata negligenza nella mancata attribuzione di voti a tutti i partiti, per i quali la Giunta ha previsto di procedere segnalando quanto rilevato agli organi competenti, opzione che ritengo assolutamente doverosa alla luce del fatto che a causa di tali errori procedurali mi sono stati ingiustamente sottratti quasi 1.000 voti e due anni e mezzo di legislatura».
Ma anche sua cugina Katya, ora nella Lega, nella trasmissione Perfidia della nostra Antonella Grippo, ha manifestato dubbi sulla trasparenza della vicenda.
«Ognuno è responsabile delle proprie azioni, non trovo una ragione per simili comportamenti».
Quale sarà il suo impegno per la Calabria? I temi da affrontare sono tanti e i parlamentari calabresi non brillano molto.
«Sono appena stato nominato membro della I Commissione “Affari costituzionali della Presidenza del Consiglio e interni” della Camera dei Deputati che svolge un ruolo centrale nel funzionamento dello Stato e nella tutela dei principi costituzionali. Metterò al servizio di questa Istituzione le competenze maturate nel mio percorso professionale con l’obiettivo di dare un contributo concreto al dibattito legislativo e al rafforzamento delle nostre istituzioni, con uno sguardo rivolto alle tante problematiche che attengono alla nostra Regione: Sanità, infrastrutture, giustizia, sviluppo e tutela delle imprese».
Il suo giudizio su Occhiuto e l’attività della Giunta regionale?
«Il giudizio sul Presidente Occhiuto e sull’operato della Giunta regionale è largamente positivo. Finalmente dopo anni si è avuto il coraggio con decisione e fermezza di affrontare diverse e annose questioni che attanagliano la nostra Regione e instaurare processi di riforma che saranno cruciali per gli anni a venire. Certamente nessuno ha la bacchetta magica ed è ovvio che per ottenere dei risultati completi e risolutivi non basta una sola legislatura regionale ma serve un mandato più ampio».
Dopo Occhiuto sarà ancora Occhiuto? Eppure all’annuncio della sua ricandidatura non c’è stata una sola voce della maggioranza a suo sostegno. Ma perché?
«Il centrodestra è una palestra di democrazia. Il Presidente Occhiuto ha lanciato la sua candidatura e naturalmente tutti gli altri partiti della coalizione hanno accettato. Certamente manca ancora diverso tempo alla fine della legislatura e nei prossimi mesi si farà una disamina molto franca sul ruolo della Regione e sui positivi risultati prodotti dall’attuale amministrazione regionale».
Dicono che lei sia molto vicino a Tajani, che in questa vicenda l’ha sostenuta molto. Il M5s lo ha rimproverato di essere in aula quando l’hanno proclamata anziché alla Farnesina a risolvere i tanti problemi geopolitici del momento. Ma Forza Italia anche in Calabria appare piuttosto divisa.
«Sono grato al Ministro Antonio Tajani poiché lui e il Presidente Silvio Berlusconi mi vollero candidare per la prima volta nel 2018 riponendo fiducia nella mia persona così decretando l’inizio del mio percorso politico. Forza Italia in Calabria non mi pare risulti divisa, anzi ritengo che alla prova dei fatti abbiamo sempre dimostrato di saper governare unitamente ai nostri alleati di centro destra».
La prima proposta di legge che intende presentare? È già pronta?
«Ritengo vada svolta con urgenza una seria riflessione da parte di tutte le forze politiche sulla necessità di apprestare strumenti che non vanifichino la volontà dell'elettore, ad iniziare dalle stesse istruzioni ministeriali, spesso di non facile interpretazione, in uno alla selezione del personale addetto ai seggi elettorali, che si è potuto riscontrare come in numerosi casi risultano privi di formazione e preparazione. Ciò unitamente a una revisione della legge elettorale che per alcuni aspetti risulta farraginosa e di difficile comprensione».
La famiglia Gentile ha contato e conta molto a Cosenza e in Calabria. Ma c’è da dire che negli anni ha fatto anche molto discutere. Lei come affronterà il suo futuro politico?
«Con Gentile negli anni è cresciuta una classe dirigente politica e amministrativa onesta e laboriosa che ha dato lustro e prestigio alla Calabria. Oggi il consenso elettorale è ancora forte anche se si è fuori dai centri decisionali e di gestione diretta del potere. Per taluni aspetti è meglio così, i detrattori e gli odiatori avranno pochi argomenti ma non mi presto a strumentalizzazioni, ovvero a sterili polemiche offensive del mio onore e della mia reputazione per le quali mi riservo ogni e più opportuna azione nelle sedi competenti. Io seguo sempre la bussola dell’umiltà, della competenza e dell’onestà e su questo canovaccio posso guardare al futuro con tanta forza e speranza».