Il consigliere di deMa conferma le sue dimissioni dalla commissione Vigilanza in polemica con il presidente, mentre il Pd cerca maggiore coesione con Bruni e M5s per sfiduciarlo
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«Io ritengo che il presidente della Commissione di vigilanza votando con la maggioranza la legge sulla Multiutility su rifiuti e servizi idrici, e quindi una legge di rilevanza politica, abbia fatto venire meno quel ruolo di garanzia che all’opposizione spetta». Così un amareggiato Antonio Lo Schiavo (de Magistris presidente) commenta le dimissioni da vicepresidente dell’organismo consiliare appena presentate a Palazzo Campanella.
Lo Schiavo: «No a ruoli di co-governo»
«Io ho gettato un sasso nello stagno. Ora bisogna capire se le altre forze politiche potranno avere quella libertà di azione e quella coerenza che io ho voluto manifestare. Io l'ho detto pubblicamente nella scorsa seduta consiliare: non si può accettare che alcune forze che stanno all'opposizione votino provvedimenti politici rilevanti con la maggioranza, altrimenti cambia il perimetro dell'opposizione».
Ma soprattutto per Lo Schiavo bisogna «capire ormai chi sta dal un lato e chi sta dall'altro». D’altra parte l’esponente del gruppo deMa non ha trovato sponda – almeno per il momento - nel resto dell’opposizione. È evidente che il centrosinistra, Pd in testa, non ha alcuna intenzione di farsi dettare a linea dal gruppo di ispirazione civica a Palazzo Campanella. Men che meno in merito alle proprie alleanze. Eppure il problema lo deve affrontare visto che a porlo sono già stati Amalia Bruni e i consiglieri Alecci e Mammoliti.
«Non ho visto fino a questo momento un grande interesse al tema politico che ho posto – ribadisce a LaC Lo Schiavo - pazienza, poi ciascuno risponde delle sue azioni e ciascuno fa le proprie battaglie politiche come ritiene, con le scelte che ritiene di fare. Io rispondo al mandato elettorale dei miei lettori che mi hanno dato un preciso compito, bilanciare e comunque controllare i poteri di questa maggioranza e me lo lasci anche dire di fronte a un tentativo di forte accentramento delle funzioni quasi di uomo solo al comando».
Insomma per Lo Schiavo oggi, tutto serve «tranne che un'opposizione che va col cappello in mano a rivendicare i ruoli di co-governo, di corresponsabilità. Questa è la mia idea ovviamente non pretendo che venga seguita dagli altri però pretendo il rispetto della mia libertà, e dell'originalità della posizione che noi portiamo avanti».
Il Pd porrà la “questione Afflitto”
La giornata della Commissione di vigilanza si è aperta e chiusa nel giro di un’ora. Convocata dal presidente Francesco Afflitto (M5s) i lavori sono iniziati a mezzogiorno registrando proprio l’assenza di Lo Schiavo. Dopo le previste audizioni in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica Regionale, la seduta si è chiusa intorno alle 13.
Proprio all’ora in cui era in programma la riunione del gruppo consiliare del Partito democratico che aveva pure già messo nero su bianco una mozione di sfiducia nei confronti del pentastellato Afflitto. I consiglieri però hanno fatto un mezzo passo indietro maturato – secondo i ben informati - anche dopo l’intervento di Amalia Bruni. Il gruppo però si è pronunciato autonomamente dando mandato al capogruppo Domenico Bevacqua di fare un formale passaggio politico tanto con la Bruni quanto con gli alleati del Movimento cinque stelle mettendo al centro della confronto proprio la questione Afflitto.