Il 22 ottobre è la storica data da segnare in rosso sul calendario. Corigliano e Rossano dicono sì alla fusione, in maniera convinta, come testimoniato dalle percentuali di voti favorevoli, prevalenti in entrambi i comuni. A Corigliano ha votato Sì il 61,36% di coloro che si sono recati alle urne. A Rossano addirittura il 93,80%. In sostanza, nella città bizantina su 13.506 voti validi, ben 12.715 sono stati espressi per la creazione del municipio unico. Il referendum tuttavia, ha registrato una bassa affluenza, inferiore al cinquanta per cento ma in linea con i sentimenti di apatia e indifferenza manifestata in questa fase dai cittadini verso le iniziative della politica. La repentina retromarcia innestata dal sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci, d’accordo nel merito ma scettico sul metodo adottato, non ha fermato comunque il processo che entrambi i consigli comunali avevano avviato nel 2016 approvando l’atto di impulso.

Il consiglio regionale dovrà approvare la legge istitutiva del nuovo comune

Adesso il consiglio regionale dovrà prendere atto dell’esito referendario e procedere all’approvazione della legge istitutiva del nuovo comune di Corigliano-Rossano, già presentata da Giuseppe Graziano. Successivamente sarà avviata una fase commissariale per traghettare il nuovo ente verso le elezioni amministrative. L’auspicio è che si riesca a completare le procedure entro la prossima primavera. Il nuovo comune avrà oltre ottantamila abitanti. Per numero di cittadini residenti sarà il terzo in Calabria, dopo Reggio e Catanzaro.

Salvatore Bruno