Un terremoto che ha frantumato il Movimento 5 Stelle. Il presidente della Camera, Roberto Fico, questa mattina ha annunciato la nascita del nuovo gruppo che fa capo a Luigi Di Maio. Dei 62 parlamentari di “Insieme per il Futuro” non ci sono deputati cosentini a seguirlo. Anna Lauro Orrico, Alessandro Melicchio, Elisa Scutellà e Massimo Misiti restano al fianco di Giuseppe Conte, ma al pari dell’ex premier hanno dovuto incassare il colpo.

La flotta salpata dalla provincia di Cosenza, ad ogni modo, aveva già perso per strada Francesco Sapia e Francesco Forciniti, passati al gruppo “L’Alternativa c’è” in aperta polemica con gli ex colleghi di partito.  Discorso simile a quanto avvenuto in Senato con Rosa Silvana Abate e Nicola Morra.

Orrico: «Per Di Maio mutazione genetica con pochi precedenti»

«Dispiace essere arrivati a questo punto - commenta Anna Laura Orrico -. Lo strappo di Luigi Di Maio non era la strada giusta per risolvere le criticità del Governo e certi ragionamenti ascoltati, oltre a tradire una mutazione genetica con pochi precedenti, sembrano rivelare pulsioni di sopravvivenza politica personale più che gli alti principi istituzionali evocati». La parlamentare affonda ancora di più il colpo nei confronti del Ministro degli Esteri, parlando di «un attaccamento al Palazzo a discapito di quei valori che hanno ispirato un movimento politico capace, comunque la si voglia pensare, di portare al centro del dibattitto politico nazionale temi di giustizia sociale e tutela ambientale, di rappresentanza democratica e di questione morale».

Melicchio: «La regola dei due mandati alla base della scissione»

Alessandro Melicchio non gira intorno all’argomento ed individua il pomo della discordia. «Tutti conoscono le ragioni fondanti della scissione: la regola dei due mandati. Il putiferio mediatico nasce all’indomani della richiesta di voto su tale argomento da parte di Giuseppe Conte. Ritengo fosse giusto chiedere agli iscritti se volessero o meno una modifica. Su Di Maio posso dire solo che è in contraddizione con quanto ha detto negli anni, ma se ne assumerà tutte le responsabilità politiche».

«Non so cosa si siano detti con Mattarella, ma di certo il Presidente non sarà soddisfatto della sua condotta - ha detto -. Non aveva solo un ruolo di partito, ma soprattutto istituzionale. Il risultato è che ha destabilizzato la componente politica più forte in maggioranza. Agire così è inopportuno sempre, ma in questa particolare situazione lo è stato ancora ancora di più. Andremo avanti noi, mantenendo fede agli impegni presi con gli elettori».

Misiti: «Qualcuno poteva far parte dei coordinamenti»

Massimo Misiti, coordinatore per il Movimento 5 Stelle in Calabria guarda già avanti archiviando la separazione. «Nell’ottica della riorganizzazione delle province, qualcuno avrebbe potuto far parte di un possibile coordinamento. Ora ci sarà una rivisitazione che interesserà non solo la Calabria, ma l’intero Stivale. L’unico risvolto sul quale ci saranno dei tangibili cambiamenti è questo, per il resto il nostro impegno aumenterà».