Dopo i rumors delle scorse settimane, l'addio definitivo della consigliere regionale al partito azzurro: «Capacità e merito non vengono apprezzati». A Palazzo Campanella passa ora al Gruppo misto: «Qualunque sarà il mio futuro percorso politico, sarà frutto di una scelta ben ponderata»
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«Ho aspettato con pazienza che le cose cambiassero ed ho esperito tutti i tentativi possibili, ma non ci sono stati segnali di miglioramento, se non a parole. Dopo la morte di Berlusconi, purtroppo, di Forza Italia è rimasta solo la facciata. Al di là delle belle parole, le capacità, le competenze ed il merito non vengono apprezzati ed il ruolo di consigliere regionale continuamente svilito e mortificato». Inizia così la nota con cui la consigliere regionale Katya Gentile ufficializza il suo addio a Forza Italia, che era nell'aria già da un po', insieme al suo avvicinamento alla Lega.
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«Durante questa prima metà di mandato - spiega Gentile - mi sono sentita ospite sgradita in casa mia e ogni volta che mi hanno delegittimata, esautorata ed ignorata, ho avvertito mancanza di rispetto a me, alla storia che rappresento nella Regione Calabria e soprattutto ad ognuna di quelle 8000 e più persone che mi hanno onorato della loro fiducia scrivendo il mio nome sulla scheda elettorale. Questi primi anni di consiliatura in Forza Italia sono trascorsi assistendo alla minimizzazione dei problemi, di rimando in rimando».
Secondo l'ormai ex esponente azzurra, «in quel che rimane del partito della libertà non viene applicato il principio democratico, non vengono prese in considerazione le opinioni provenienti da chiunque non faccia parte di un certo cerchio magico. E così si è tirato avanti per due anni e mezzo, senza mai un confronto, una riunione di gruppo o di partito, se si escludono le occasioni pre elettorali, in quel caso sì “siamo una squadra fortissimi”. Raggiunta la consapevolezza che, dietro a tutto l’ostracismo, alle difficoltà per ottenere anche una semplice informazione su una pratica o, addirittura, al diniego sulla richiesta di autorizzazione al comando del mio segretario, forse mai successo prima nella storia delle regioni d’Italia, ci fosse un preciso disegno per depotenziarmi, sfinirmi e spegnermi, mi sono convinta a lasciare il partito».
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Gentile spiega quindi di essersi «guardata attorno» e aver «esplorato nuovi campi d’azione», ma, aggiunge, «dopo un’attenta e profonda riflessione, che ha condiviso pienamente anche mio padre, Pino Gentile, scelgo di entrare a far parte del Gruppo Misto. Questa posizione mi consentirà di continuare a svolgere il mio lavoro con maggiore serenità e in totale libertà. Qualunque sarà il mio futuro percorso politico, ritengo che questo debba essere frutto di una scelta ben ponderata, condivisa con le persone a me vicine e soprattutto presa nell’interesse di quanti mi hanno votata per la fiducia che hanno in me, nei valori in cui credo e nei progetti che porto avanti, che non consento siano calpestati da nessuno, tantomeno da logiche di partito bieche e masochiste».